«L’enigmistica cerca il non senso della vita»

La chimica è combinatoria, come l’enigmistica. E dall’infinito gioco delle combinazioni, tra lettere e parole così come tra atomi, nascono nuovi mondi. Parola di Stefano Bartezzaghi, l’enigmista per eccellenza, che ieri alla Sissa, per il ciclo di appuntamenti “Gioco, cinema e scienza”, si è intrattenuto con il pubblico proprio su questo tema, le affinità tra chimica ed enigmistica, in un incontro dal titolo “Stoicheia - Enigmistica, chimica e combinatoria delle parole”. Sono tante le analogie tra le due discipline, sostiene l’autore della rubrica di Repubblica “Lessico e nuvole”, perché entrambe sottendono una stessa forma mentis. E non è un caso che molti chimici siano stati anche grandi enigmisti. Nel dirlo Bartezzaghi gioca in casa, perché proprio suo padre Piero, storico cruciverbista della “Settimana Enigmistica”, era un perito chimico, che lasciò l’industria per dedicarsi al “frivolo gioco dell’enigmistica”. Così come il fondatore della Settimana enigmistica, Giorgio Sisini, ingegnere chimico passato dall’industria agricola all’editoria specializzata. Altro celebre esempio, che a Bartezzaghi piace citare, è Primo Levi, chimico per tutta la vita, ottimo enigmista e scrittore, che utilizzava esempi tratti dall’enigmistica per spiegare la chimica.
Per spiegare cos’è l’enigmistica Bartezzaghi spezza la parola in due: enigm-istica, radice e desinenza, che, sottolinea, «corrispondono ai due filoni della disciplina: il primo è l’enigma, una sfida, la sfinge che chiede non per sapere, ma per mettere alla prova. L’enigma si basa sull’ambiguità del linguaggio: l’uomo visto dalla sfinge diventa un mostro, una creatura che cammina con quattro gambe al mattino, con due a mezzogiorno e con una alla sera». Nell’enigmistica ci sono giochi di manipolazione delle parole: «Prendo per esempio le lettere di Sissa Trieste, le ricombino e ottengo “assister tesi”, che può avere più di un significato: i professori che seguono i dottorandi ma anche lo stato d’animo dei dottorandi». Tornando alle affinità tra chimica ed enigmistica Bartezzaghi riprende Levi e la sua autobiografia, “Il sistema periodico”, in cui parlando di materia come “mater” lo scrittore dice che è «portentosamente ricca d’inganni, solenne e sottile come la sfinge», legando l’ansia del ricercatore al gusto enigmistico di chi va a farsi sfidare. Certo, la chimica, e la scienza in generale, differisce dall’enigmistica: «La scienza produce conoscenza, con impatti pratici nel mondo – sottolinea Bartezzaghi -, mentre l’enigmistica è un gioco. La scienza cerca il senso della vita e l’enigmistica cerca il nonsenso: le parole per entrare in un gioco enigmistico devono perdere il loro significato, almeno per un momento, per poi riprenderlo».
Giulia Basso
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