L’escalation senza fine di furti nei supermercati

TRIESTE Bottiglie di alcolici infilati negli zaini, confezioni di carne sotto i maglioni, pezzi di formaggio nelle tasche dei giubbotti. Aumentano i furti nei supermercati cittadini e i titolari lanciano un grido d'allarme, davanti a un fenomeno diventato incontrollabile e ormai difficile da tollerare, viste le pesanti ricadute sui bilanci dei punti vendita. Dagli scaffali sparisce ogni giorno di tutto: al primo posto ci sono alcolici e superalcolici, seguiti dal formaggio confezionato, parmigiano soprattutto, e poi carne e prodotti per l'igiene.
In alcuni punti vendita i furti ormai sono quotidiani, con picchi di dieci segnalazioni al giorno e i titolari della catena Bosco quantificano in 300mila euro la perdita annuale dovuta ai “saccheggi”. In molti casi tra l’altro si ruba per rivendere, questo almeno viene confermato da tutti i supermercati, che si stanno dotando non solo di telecamere ma anche di etichette antitaccheggio.
«Considerando i nostri supermercati, dislocati in varie zone, superiamo anche la decina di furti al giorno - spiegano da Zazzeron - ormai non facciamo più denuncia, perché in molti casi non porta a nulla e rappresenta per noi solo una perdita di tempo. Non si tratta di episodi legati a disperazione e crisi, a mettere a segno questi furti sono persone che rivendono ciò che rubano, lo sappiamo, li notiamo o ce lo raccontano, e si tratta soprattutto di superalcolici. Tra le aree di smercio la più popolare e conosciuta è piazza Garibaldi da tempo. È sconvolgente come non ci sia nessuna tutela per noi imprenditori, dobbiamo installare sistemi per monitorare e impiegare personale in più e comunque non serve. Si volatilizza dal 2 al 4% della merce. La legge deve cambiare, siamo abbandonati, non ci sono misure adeguate, questo settore perde talmente tanti soldi in un anno che i commercianti finiranno per chiudere, per disperazione».
Stessa condizione espressa anche da un'altra serie di supermercati. «Se ci va bene calcoliamo almeno, e sottolineo almeno, 300mila euro rubati in un anno - tuonano da Bosco - tolti quindi anche allo Stato, che però non fa nulla. I ladri restano impuniti, almeno li obbligassero a lavori socialmente utili, forse limiterebbe un po’ il fenomeno, invece l'andazzo è vergognoso. Chiediamo anche un passaggio più frequente delle forze dell'ordine: invito chi è in divisa a entrare, a venirci a trovare, credo sia ancora un deterrente».
Chi alza la testa poi, in qualche caso, rischia pure grosso. La titolare del supermercato di viale Miramare, per esempio, è stata pesantamente minacciata dopo aver segnalato due uomini che avevano rubato una spesa intera, per poi scappare. «D’estate qui c'è almeno un furto al giorno, anche davanti alla cassa, senza ritegno - racconta da donna -. Tempo fa ho denunciato due persone che avevano portato via di tutto, il giorno dopo me li sono ritrovata qui, a minacciarmi. Ormai le denunce sono tante, come le volte che sono stata in tribunale. I ladri cercano prodotti di marcae, l'ultimo in ordine di tempo è un tipo che si è infilato due salami nella giacca, ma prendono anche alcolici, quelli che costano di più. I carabinieri ogni tanto passano, però non è sufficiente, nemmeno avendo le telecamere, che ormai tutti sono stati costretti a installare».
Si è sfogato anche su Facebook il titolare dei supermercati La Beccheria, con un post pubblicato qualche giorno fa, che esprime tutta la collera per i furti continui. Non parlano invece i grandi supermercati che fanno capo a catene nazionali, dove è necessario inviare richieste alle sedi centrali, ma più di qualcuno tra i dipendenti conferma il trend dell’«arraffa e fuggi». Tra i tanti episodi raccontati emergono moltissime storie con un unico comun denominatore. Nessuno o quasi ruba per fame, ma per guadagnare, per gioco o per sfida. Sono italiani e stranieri, minori, adulti o anziani. «Si resta di sasso soprattutto davanti a ragazzini, di soli 10-12 anni, che prendono magari anche cose piccole, davanti a te, sapendo che non subiranno nessuna conseguenza - aggiungono da Bosco - prendono in giro i commessi, sono strafottenti. La cosa più triste è che la maggior parte della gente è onesta, ma per colpa di questi balordi siamo costretti a controllare tutti, costantemente, e questo fa davvero rabbia».
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