L’ex Maddalena torna a vivere Bonifica in corso e cantiere a luglio

Alla destinazione commerciale si aggiungono i parcheggi e spazi direzionali per 2500 metri quadrati nel piano Cervet
Lasorte Trieste 12/06/19 - Via dell'Istria, Cantiere Maddalena
Lasorte Trieste 12/06/19 - Via dell'Istria, Cantiere Maddalena



La bonifica dell’ex Maddalena è partita, entro luglio decollerà anche il cantiere incaricato di trasformare un enorme e fetente buco in qualcosa di presentabile che conterrà commerciale, direzionale, parcheggi.

Un sospiro e un respiro di igienico sollievo per i residenti di un’ampia area urbana delimitata da via dell’Istria, via Molino a vento, via Marenzi, via Costalunga. In primo piano c’è via dell’Istria, dove, quasi dirimpetto alla malsana voragine creata dal crac di GeneralGiulia2, funziona l’ospedale infantile Burlo Garofolo.

I fatti. La scorsa settimana sono iniziate e sono già a buon punto le attività di de-rattizzazione e di disinfestazione anti-zanzare. Si è provveduto a prosciugare quasi due metri e mezzo di acqua stagnante, che contribuivano a creare un indesiderato habitat animale: dell’antica palude restano ora 10 centimetri. L’intervento di risanamento è riassunto in questi termini da Francesco Fracasso, l’imprenditore veneto patron della Cervet, che nella primavera 2018 ha avviato le pratiche per rilevare GeneralGiulia2 dal concordato preventivo. Ha immesso 7,2 milioni di denaro “fresco”, un po’ a parziale saldo dei creditori e un po’ per finanziare l’apertura del cantiere. Il nuovo contenitore societario si chiama Htm Nordest. Ieri mattina ha incontrato il sindaco Roberto Dipiazza, preoccupato affinché il cantiere abbandonato sia al più presto ripulito.

Ma l’effettiva, concreta “redenzione” dell’ex Maddalena avrà inizio con i lavori edili veri e propri: Fracasso non vuole indugiare, perché una prima fase dell’operazione dovrà essere approntata nella primavera 2020.

Programma confermato, anzi in probabile ampliamento: 5000 metri quadrati di commerciale spalmati su due-tre strutture, tre piani di parcheggi in grado di accogliere 500 vetture più un piano parking “a raso”. Le iniziative commerciali saranno costruite a monte (verso via Costalunga) e a valle (verso via dell’Istria). A monte è anche allo studio - ecco la novità - la destinazione “direzionale” di 2500 metri quadrati, dove organizzare attività amministrative pubblico-private. Di residenziale invece non si parla più: lo stock di invenduto è sufficientemente fornito. Fracasso, esperto di riqualificazioni di spazi urbani malandati, investirà una trentina di milioni di euro per farcire di iniziative quella che finora è stata un monumento alla pantegana.

Sono le prime buone nuove da otto anni a questa parte, cioè da quando il progetto Maddalena accese i motori. Allora GeneralGiulia2 aggregava nomi importanti dell’edilizia operante in loco: Riccesi-Cogg, Cividin, Palazzo Ralli, Carena cui si era aggiunta la società lituana Platon Gas Oil. Il vasto compendio dell’ex ospedale per infettivi venne acquistato a 11 milioni di euro dall’Azienda sanitaria: l’obiettivo originario era di realizzare 300 appartamenti e un centro commerciale. Nel 2013, acclarata la crisi del settore edile-immobiliare, il progetto venne modificato e articolato in due lotti: nella parte inferiore un centro Carrefour, negozi, ristorazione, un centinaio di appartamenti; nella parte superiore 53 alloggi Ater e altri 150 appartamenti riservati all’utenza meno abbiente. Ma neppure la modifica riuscì a invertire la rotta di un’operazione varata in un periodo infelice: Carrefour si tirò indietro e a GeneralGiulia2 mancò la benzina. L’ex Maddalena divenne quasi un emblema della crisi del settore: Cividin fallì, mentre Riccesi-Cogg, Carena, Palazzo Ralli chiesero un concordato preventivo. Nel febbraio 2018 anche la partecipata GeneralGiulia2, che aveva accumulato una massa debitoria di 21 milioni, avanzò eguale proposta, dopo che nel dicembre 2017 l’assemblea dei soci aveva deliberato un aumento di capitale, per consentire l’ingresso di un “cavaliere bianco” in quel momento ancora sconosciuto all’esterno.

La figura di Fracasso si palesò pubblicamente nella primavera 2018, poco più di un anno fa. Il fondatore della Cervet, azienda con sede a Mirano specializzata nella “rigenerazione urbana”, chiarì subito che i quattro blocchi di abitazioni, “ereditati” dal precedente progetto, erano destinati al dimenticatoio. —



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