L’imprenditrice innamorata evita il processo

Nessun reato per Nicoletta Benvenuti, 52 anni, l’imprenditrice triestina finita nel mirino del pm Antonio Miggiani che l’aveva accusata di aver ottenuto un contributo regionale di circa 200mila euro attraverso la consulenza del suo fidanzato. Il gip Laura Barresi ha accolto la richesta del difensore, l’avvocato Davide Zignani, e ha sentenziato, al termine dell’udienza preliminare, il non luogo a procedere. Chiuso dunque il caso esploso due anni fa dopo un controllo della guardia di finanza.
I militari avevano accertato che l’imprenditrice non aveva dichiarato, così si legge nel capo di imputazione, che parte cospicua dell'attività di consulenza era stata svolta con l’intermediazione del consulente “more uxorio” Fabrizio Peloso, titolare di uno studio professionale.
Ma la norma, come ha rilevato il difensore Davide Zignani in una memoria, non va certo a censurare i fidanzamenti. Si legge infatti: «Non è ammissibile la concessione di incentivi di qualsiasi tipo a fronte di rapporti giuridici instaurati, a qualunque titolo, tra società, persone giuridiche, amministratori, soci, ovvero tra coniugi, parenti e affini sino al secondo grado». Le relazioni sentimentali in sostanza non sono previste.
Nella memoria il difensore ha inoltre rilevato che «non vi è mai stata alcuna stabile convivenza "more uxorio" tra Fabrizio Peloso e Nicoletta Benvenuti, bensì - così ha scritto - una semplice relazione sentimentale iniziata quando il progetto finanziato aveva già avuto un consistente sviluppo».
Alla fine il giudice ha deciso riconducendo l’episodio quasi a un eccesso di zelo da parte degli investigatori. Che avevano interpretato la norma in una maniera evidentemente un po’ troppo estensiva. Secondo il pm Miggiani tale fidanzamento aveva in effetti assunto dei contorni troppo impegnativi. Contorni tali - sempre secondo gli investigatori - da renderlo di fatto una vera e propria convivenza, "more uxorio", come si legge appunto nel capo di imputazione. Insomma, la donna avrebbe dovuto troncare in anticipo la relazione sentimentale e poi chiedere i contributi regionali. Un paradosso giuridico-sentimentale che la sentenza di non luogo a procedere ha smontato. (c.b.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo