L’incubo inquinamento sulla strada delle Noghere

MUGGIA. «Materiale inquinato con concentrazioni almeno 10 volte superiore al limite di legge». Nuova grana nei lavori di allargamento della Strada provinciale n.15 “delle Noghere” e nella corrispettiva realizzazione della rotatoria alla foce del Rio Ospo. È quanto emerge dalla nota del ministero dell’Ambiente in seguito alla nuova presenza di idrocarburi rinvenuta durante le fasi di scavo. Da Roma però è arrivato anche un segnale propositivo per risolvere in modo celere la questione: toccherà infatti all'Arpa del Friuli Venezia Giulia verificare che vi siano i requisiti per riaprire il cantiere finanziato dalla Provincia con oltre 2 milioni e 500mila euro.
Più di 10 anni fa la Provincia, retta dalla giunta Scoccimarro, affida l'incarico per i lavori di allargamento e rettifica della Strada provinciale n. 15 “delle Noghere”. Ben presto i lavori nel tratto vicino alla foce del Rio Ospo si rendono impossibili a seguito dell'inserimento dell'area nel Sito inquinato d’interesse nazionale e a seguito del ritrovamento di sostanze inquinanti. La Provincia provvede dunque a fare il Piano di caratterizzazione, le analisi, il progetto di bonifica, comunicando all'Ambiente l'ultimazione della messa in sicurezza delle aree e chiedendo la “restituzione agli usi legittimi” come prevede la norma vigente. Le misure inizialmente previste consistono nella conterminazione delle aree con palancolatura di 7 metri intestata nello strato limoso-argilloso e copertura con telo in polietilene ad alta densità, il cosiddetto Hdpe.
Nel corso dei lavori la Provincia riscontra però vari imprevisti tra cui evidenze di contaminazione residua sulle pareti dello scavo realizzato per l'infissione delle palancole. L'Ente realizza quindi la palancolatura integrandola con la rimozione del terreno contaminato ad eccezione degli scavi in corrispondenza della sede stradale per motivi di stabilità della stessa. Due campioni di parete e uno di fondo vengono prelevati prima del riempimento con materiale inerte di cava. Sulla parete, lato strada, permane una sezione di idrocarburi pari ad un materiale inquinato con concentrazioni almeno 10 volte superiore al limite di legge.
Preso atto della situazione il ministero dell’Ambiente ha formulato varie osservazioni circa l'estensione e la localizzazione dei volumi scavati, il campionamento di pareti e fondo e gli approfondimenti tesi ad accertare che la contaminazione non investa le acque di falda. La Provincia dovrà inoltre comunicare alla proprietà contigua del sito i dati della contaminazione rinvenuta.
Ma il cantiere potrà ripartire? Il ministero dell’Ambiente ha evidenziato che la legge vigente disciplina la realizzazione di specifiche categorie d’interventi: «Nei siti inquinati, nei quali sono in corso o non sono ancora avviate attività di messa in sicurezza e bonifica, possono essere realizzati interventi e opere purché questi siano realizzati secondo modalità e tecniche che non pregiudichino né interferiscono con il completamento e l'esecuzione della bonifica, né determinano rischi per la salute dei lavoratori e degli altri fruitori dell'area». Il ministero dell’Ambiente ha dunque affidato all'Arpa Fvg il compito di verificare nel concreto se sussistono i requisiti e le condizioni generali previste dalla norma. Se il responso sarà favorevole la Provincia potrà portare a termine i lavori di allargamento della Strada provinciale n. 15 comprensivi della realizzazione della rotatoria all'incrocio della via di Trieste con la via di Farnei, vicino alla foce del Rio Ospo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo