L’interprete va in tribunale porte aperte nelle Corti dell’Ue

Parte un nuovo corso di laurea triennale in Comunicazione interlinguistica applicata alle professioni giuridiche. Solo sessanta i posti disponibili
Di Giulia Basso
Conference, Simultaneous interpreting service. Bioterra, fair of organic products, ecological management and the environment, FICOBA, Basque Coast International Fair. Irun, Gipuzkoa, Basque Country, Spain
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L'offerta formativa del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell`Interpretazione e della Traduzione si arricchirà dall'anno accademico 2017-2018 di un nuovo corso di laurea triennale in Comunicazione interlinguistica applicata alle professioni giuridiche. Si tratta di una novità assoluta a livello internazionale, un percorso formativo che associa una solida preparazione nelle discipline del diritto a robuste competenze nella traduzione e nella comunicazione interlinguistica. «Questo nuovo corso - spiega la direttrice del Dipartimento Lorenza Rega – si aggiunge al già richiestissimo corso triennale in Comunicazione interlinguistica applicata, per cui l'anno scorso abbiamo avuto 1080 candidature per 180 posti. La sua formula decisamente innovativa ci consente di mettere a frutto, anche in termini didattici, la collaborazione tra le due anime della nostra struttura: quella giuridica e quella linguistica». «Da sempre - continua Rega - i nostri corsi di laurea per interpreti e traduttori hanno una forte vocazione alla comunicazione interlinguistica nei settori specialistici: la nuova laurea esalta tale vocazione grazie all’apporto dei docenti della sezione di studi giuridici, presso il quale è attivo il corso di laurea in Giurisprudenza, giudicato tra i migliori a livello nazionale». Sarà un corso impegnativo fin dall'inizio, destinato a studenti molto motivati, perché per accedervi è previsto un esame d'ammissione, in calendario il 28 e il 29 agosto, che richiede la conoscenza di due lingue straniere. La prima, comune a tutti gli iscritti, sarà l’inglese, mentre la seconda potrà essere scelta tra francese, spagnolo e tedesco. «Abbiamo deciso di restringere la platea di studenti a 60 persone al massimo – spiega Rega -, sia perché si tratta di una laurea di nicchia sia per garantire un rapporto molto stretto tra docenti e studenti». Il piano di studi prevede, tra gli altri, tre esami annuali per ciascuna delle due lingue di studio, esami di lingua italiana ed esami in materie giuridiche, tra cui Elementi di diritto costituzionale, Elementi di diritto privato, Diritto dell’Unione Europea, Principi di diritto penale, Diritto internazionale, Sistemi giuridici comparati e Elementi di diritto processuale.

Gli sbocchi occupazionali della nuova laurea triennale sono molteplici: studi forensi a dimensione nazionale e internazionale, studi notarili, uffici legali di imprese e istituzioni pubbliche italiane e straniere. I laureati potranno inoltre svolgere attività di assistenza linguistico-legale nella comunicazione con il pubblico straniero e, in ambito d'impresa, nei rapporti con i mercati esteri. «Dopo l'emanazione della direttiva UE 64 del 2010, che sancisce il diritto all'interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali – sottolinea Rega -, un interessante ambito occupazionale per i nostri laureati sarà all'interno dei tribunali, dove la figura dell'interprete e del traduttore giuridico è sempre più importante. Durante gli studi, inoltre, gli iscritti al nuovo corso di laurea potranno contare su un’estesa rete di rapporti nazionali e internazionali per lo svolgimento di tirocini formativi e periodi di studio all’estero». Anche per chi vorrà proseguire gli studi la nuova triennale offrirà più d'una possibilità: i neolaureati potranno non solo iscriversi alla laurea magistrale in Traduzione specialistica e interpretazione di conferenza, ma anche vedersi riconosciuti gli esami sostenuti ai fini della laurea in Giurisprudenza. Sarà infatti possibile laurearsi a Trieste attraverso un innovativo “3+3” (alla laurea triennale basterà aggiungere 3 anni per laurearsi in Giurisprudenza) e accedere così, oltre ai tradizionali sbocchi lavorativi nell’avvocatura, nel notariato e nella magistratura, anche alla professione di giurista-linguista presso le istituzioni dell’Unione Europea, come la Corte di Giustizia con sede a Lussemburgo e la Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo.

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