L’ippica rialza la testa Si torna in pista ma con premi ridotti

Cavalli e driver pronti a correre dopo 52 giorni di sciopero Bovio: dobbiamo inserirci nel sistema globale del gioco in Italia
Di Ugo Salvini
sterle trieste 29 01 08 ippodromo di montebello pista e scuderie
sterle trieste 29 01 08 ippodromo di montebello pista e scuderie

Montebello torna a vivere. Martedì, grazie al bel tempo degli ultimi giorni che ha permesso di stendere un nuovo strato di sabbia sulla pista dopo che quello precedente era stato spazzato via dalla bora, si risentirà finalmente dagli altoparlanti la voce che scandisce il classico conto alla rovescia: “mancano cinque minuti alla partenza…”. Esattamente dopo 52 giorni di sciopero (l’ultima volta si era corso nel pomeriggio del 31 dicembre)- una delle interruzioni più lunghe della storia dell’ippodromo triestino che quest’anno festeggia i 120 anni di attività -, i driver saliranno ancora in sulky.

Un ritorno che molte volte, nelle ultime settimane, è stato messo in discussione. Tanti sono i problemi ancora da risolvere, forte lo scoramento fra gli addetti ai lavori. Alla fine le promesse del ministro Mario Catania hanno avuto la meglio su una categoria, quella dei guidatori, stremata dalla lunga inattività. Fino alla fine di marzo i soldi sono garantiti, poi si vedrà. Ma l’ippica restituita ora alla passione degli scommettitori dopo il lunghissimo braccio di ferro fra ministero delle Politiche agricole e forestali e le categorie (driver, allenatori e proprietari), non è comunque quella della fine 2011. Il montepremi è stato ridotto del 20%: si corre cioè per guadagnare di meno, mentre i costi di gestione sono aumentati.

Numerosi proprietari hanno rinunciato, sia perché è sempre più difficile pareggiare i conti del bilancio di una scuderia, sia perché l’ambiente è votato a un pessimismo perenne. Le prospettive sono legate alla ristrutturazione dell’intero sistema dell’ippica nazionale che tarda a essere varata, perché gli interessi particolari sembrano intoccabili. In tutto questo, Trieste sembra una piccola oasi, non felice perché le difficoltà sono le stesse degli altri ippodromi, ma convinta di continuare. Ieri, alla dichiarazione dei partenti per martedì, c’è stata partecipazione: alla ripresa ci saranno in pista più di un’ottantina di cavalli. Il gelo e la bora hanno condizionato la preparazione dei cavalli, ma si va comunque in pista. Di nuovo. «Non sappiamo con esattezza quali sono le condizioni di forma dei cavalli che alleniamo – spiega Carlo Schipani, attento osservatore delle cose nonchè che driver di lunga esperienza – ma corriamo. Non ci resta altro da fare se non accettare un montepremi diminuito. Certo sarebbe meglio programmare una preparazione in qualche centro dell’Isontino o del Friuli, con altri spazi e altre strutture, ma in questo momento stare a Montebello significa affrontare la spesa minore”.

Ieri mattina, per qualche istante, sembrava di essere tornati a tempi migliori: parecchi cavalli nella pista interna per il classico “treno”, alcuni in quella grande per fare “prove”. È un mondo che tenta di rialzare la testa. Ma che, per poterlo fare, necessita della volontà politica di aiutare l’ippica. «La soluzione - afferma Stefano Bovio, direttore della Nord Est ippodromi spa – è una sola. Dobbiamo agganciarci al sistema complessivo del gioco in Italia. Se si insiste a voler coltivare l’orticello dell’ippica indipendente, si sbaglia. L’ippica non è più in grado di autoalimentarsi con le scommesse sui cavalli – prosegue Bovio – bisogna cambiare rotta. Spero che nell’arco di un mese si possa tornare a regime, dopo di che si potrà ragionare con maggiore serenità”. Trieste potrebbe anche diventare il polo principale dell’ippica del Triveneto, dopo la crisi di Padova: «A Ponte di Brenta l’attività per il momento non riprende – sottolinea il direttore della Nord Est – e l’Assi (ex Unire, ndr) ha promesso che in quel caso una parte del programma di corse previste per quell’ippodromo potrebbe essere trasferita a Treviso e Trieste. Ma per ora – conclude – tutto è avvolto ancora nell’incertezza». Anche Nicola Esposito, rappresentante dei driver, è realista: «Speriamo di non aver scioperato inutilmente – dichiara – perché per il momento di concreto ci sono solo le promesse del ministro. D’altra parte troppi colleghi hanno esaurito le risorse – aggiunge – e per noi l’unica possibilità di guadagno è correre».

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