LO CHEF-ROBOT E I BUONI PIATTI DA “COPIARE”

Impara con un video tutte le mosse dei cuochi Servono giusti ingredienti e ben dosati, però...
Di Marina Grasso
Robot chef getting ready to prepare food --- Image by © Sabet Brands/Corbis
Robot chef getting ready to prepare food --- Image by © Sabet Brands/Corbis

di MARINA GRASSO

Corrono lungo un binario due enormi braccia e un paio di mani sorprendentemente agili, dai movimenti morbidi e precisi che – in un angolo cottura completo di fornelli, un lavandino e un forno – tagliano, mescolano e versano, con eleganti movimenti spiccatamente antropomorfi, per realizzare pietanze anche piuttosto complesse.

Braccia e mani che sembrano appartenere a un corpo invisibile, e che alla fine sono anche pronte a riassettare accuratamente la loro area di lavoro. Proprio come un vero chef. Anzi, proprio come lo chef in carne e ossa che è stato ripreso in tre dimensioni durante la preparazione di un piatto e le cui azioni sono state, poi, tradotte in movimento digitale utilizzando sofisticati algoritmi per muovere i 20 motori, le 24 articolazioni e i 129 sensori di Mk1, il prototipo dell’azienda londinese Moley Robotics atteso sul mercato tra un paio d’anni.

Le sofisticate braccia dell’automa-chef in grado di replicare meccanicamente e con precisione le ricette che gli vengono insegnate, sono state create dalla Shadow Robot Company, altra società con sede a Londra i cui prodotti sono utilizzati anche dalla Nasa, che ora sta mettendo a punto accessori aggiuntivi come una lavastoviglie e un frigorifero che le braccia robotiche saranno in grado di gestire autonomamente, controllate da remoto con un’app che consentirà di far prendere vita alla cucina nei tempi desiderati.

Comandato dallo smartphone o dal suo display touch-screen, Mk1 si anima chiudendo le porte di vetro di sicurezza per blindare le braccia robotiche che iniziano a lavorare con stupefacente leggerezza secondo le ricette di un catalogo in dotazione o di quelle realizzate autonomamente dai fortunati possessori di questo intrigante “giocattolo”, che dovranno disporre di apposite telecamere per insegnare allo chef robot a creare piatti secondo ricette proprie, magari caricate su una biblioteca digitale condivisa anche con altre persone.

Va detto che il robot deve avere a disposizione gli ingredienti precedentemente misurati e disposti in modo preciso, perché si tratta di un perfetto esecutore e nulla più, quindi può solo obbedire a degli impulsi e non sostituirsi alla creatività necessaria a un cuoco. Può, dunque, rispondere con una soluzione hi-tech alle più diverse esigenze di chi vuole trovare un pasto pronto quanto rientra, oppure di chi ha qualche impossibilità motoria. O solo di chi ha voglia di stupire gli amici o gli avventori del proprio locale.

Anche perché non sarà proprio alla portata di tutti: il primo modello sul mercato, nel 2017, avrà un prezzo di circa 70 mila dollari, mentre per il 2018 è prevista la realizzazione di due modelli di dimensione e costi ridotti (intorno ai 20 mila dollari) per raggiungere un mercato più vasto.

Ma Mk1 non è l’unico robot impegnato ai fornelli. La startup californiana Momentum machines ha realizzato degli automi che preparano e cuociono gli hamburger senza alcun intervento manuale, secondo una programmazione inflessibile che li rende particolarmente efficienti in un lavoro totalmente ripetitivo, sollevand. o non poche perplessità attorno alla questione perdita di posti di lavoro che l’adozione del robot per gli hamburger potrebbe causare.

Tutt’altra cosa, quindi, rispetto agli eleganti movimenti dello chef replicante inglese. Che di uno chef-docente in carne, ossa, fantasia e papille gustative ha ancora bisogno.

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