«Lo sport è passato dalla bandiera allo sponsor»

Gianni Mura tra gli studenti: ora senza soldi non organizzi neanche un torneo di bocce
Silvano Trieste 18/04/2012 Istituto Volta, incontro con, Gianni Mura
Silvano Trieste 18/04/2012 Istituto Volta, incontro con, Gianni Mura

Tutto quello che i giornalisti scrivono, ma anche quello che non dicono e le storie che si tengono dentro. È partito da questa visione introspettiva l’incontro di Gianni Mura, noto giornalista e scrittore, con i ragazzi delle scuole superiori della provincia di Trieste, tenutosi nell’aula magna del Volta nell’ambito del progetto “Sport e Cultura”, organizzato come ogni anno dal liceo Petrarca con il sostegno della Provincia. Un “viaggio” di oltre due ore, nel corso del quale Mura ha ripercorso molti aneddoti dei suoi cinquant’anni di giornalismo vissuti sul campo, dispensando pillole di saggezza nel soddisfare le curiosità degli studenti, imbeccato dagli spunti del moderatore dell’incontro Massimo Stera.

«Il giornalismo nel corso degli anni è cambiato. Un tempo c’era il rapporto umano con i protagonisti, adesso tutte le interviste sono uguali, spersonalizzate. Tutto questo non fa che appiattire il lavoro». Per Mura, a contare una volta erano le bandiere, cioè i giocatori sempre fedeli a una maglia; adesso a pesare sono soprattutto i soldi: «Senza uno straccio di sponsor non organizzi nemmeno un torneo di bocce al dopolavoro». Il giornalista ha poi parlato dell’integrazione «che viene esaltata dagli sport di squadra, dove passano in secondo piano le doti individuali»; e del doping, un fenomeno del quale sarà difficile liberarsi in quanto «viviamo in una società farmaco-dipendente, dove ti danno una pastiglia per tutto».

Mura, che ha seguito diverse edizioni delle Olimpiadi e dei Mondiali di calcio, oltre che del Giro d’Italia e del Tour de France, ha confessato di aver provato le più belle soddisfazioni professionali non da questi grandi eventi, bensì dalle piccole storie di provincia. «Ho scritto tutto ciò che volevo, perché ho sempre privilegiato il mio lavoro piuttosto che pensare a far carriera». E negli ultimi tempi Mura si è dedicato anche ad altre passioni giornalistiche, come l’enogastronomia. Poi è arrivato l’incontro con Gino Strada di Emergency, che lo ha portato, da un anno a questa parte, al ruolo di condirettore della rivista mensile “E”. «Forse nessuno se ne accorge, ma esiste anche un’Italia valida, sia pur sconosciuta, che magari finisce poco in televisione, ma che ha molto da dire».

Per ultimo, non poteva mancare un accenno alla stretta attualità, come la tragedia di Piermario Morosini, che ha avuto un impatto mediatico molto forte, ben superiore a drammi analoghi, come quello del pallavolista Bovolenta. «Non credo esistano morti di serie A o di serie B. Semplicemente il calcio ha una forza dei numeri devastante. È giusto non giocare per un dolore: un ambiente maturo sa sempre quando è il caso di fermarsi».

Pierpaolo Pitich

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