Lo stallo alla De Franceschi mette in fuga anche le navi

Oltre ai 57 dipendenti in ballo le attività sulle banchine e le pratiche di agenzia La Emre Kose attende per cinque giorni 6mila tonnellate di mais e poi se ne va
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-24.03.2015 Assemblea permanente-Occupazione-De Franceschi-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-24.03.2015 Assemblea permanente-Occupazione-De Franceschi-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La fabbrica resta in “ostaggio” dei lavoratori e la nave rimane bloccata in rada per cinque giorni, ad attendere un carico da 6mila tonnellate di mais. Effetti collaterali dell’«assemblea permanente» alla De Franceschi Spa, modo british per dire che ormai da 11 giorni l’impianto è di fatto occupato dai lavoratori, in presidio sul piazzale d’ingresso per scongiurare la mobilità.

A gettare per primo l’allarme, martedì, era stato il vicepresidente regionale Sergio Bolzonello. Che al vertice a Udine aveva rimarcato l’esigenza di un «ritorno all’operatività» della grande banchina «per lo sbarco dei prodotti cerealicoli», come «pressantemente segnalato da alcune imprese del settore». La Spa, infatti, concede spazi dei silos in conto terzi, per l’immagazzinamento di granaglie destinate poi a prender la via del mare. «Una vicenda delicata», come osservato martedì, che la giunta regionale segue molto da vicino. In ballo dunque non ci sono solo le sorti di 57 lavoratori, ma anche la piena operatività della banchina de Franceschi (cui possono attraccare navi fino a 30mila tonnellate) e dunque l’attività di agenzie marittime che svolgono pratiche per imbarco e sbarco di prodotti stoccati nei silos.

E un primo “incidente” di percorso, dall’avvio della vertenza si è già avuto. Lo rendono noto le Rsu, con il delegato Alessandro De Rota, che a turni di otto ore si alterna con gli altri operai nell’assemblea permanente: «Una nave doveva caricare il mais immagazzinato per conto terzi nei silos della proprietà: da fine febbraio, infatti, i camion avevano iniziato a stipare la merce, ultimando le operazioni proprio nei giorni scorsi. Per quanto ne so, finchè il presidio è in essere le operazioni di carico non possono essere svolte. E di fatto lo scafo è rimasto in rada per alcuni giorni». Si tratta della Emre Kose, un mercantile di bandiera maltese. Il Cargo proveniente da Vasto, in Puglia, avrebbe dovuto accostare alla banchina dei silos caricare le 6mila tonnellate e ripartire per la Turchia. Gli accordi erano questi. Ma di traverso ci si è messa la protesta, scaturita dalla proposta - respinta due martedì fa dall’assemblea di fabbrica - dell’azienda, che per 50 dipendenti chiede la mobilità, al fine di arginare una crisi pesantissima cui si imputa l’erosione del capitale sociale. «L’armatore della Emre Kose ha atteso 5 giorni in rada che la vicenda De Franceschi si ricomponesse. Poi, visto l’impasse, ha deciso di ripiegare sulla cellulosa, cancellando così la toccata ai silos e dirigendosi a Portorosega», spiega Marco Ammannato, responsabile della Nogarosped, agenzia marittima con tre uffici a Trieste, Porto Nogaro e Monfalcone. La casa di spedizioni, con trentennale esperienza nei trasporti, avrebbe dovuto svolgere le pratiche burocratiche legate al carico di mais, su mandato di un intermediario veneto che tratta i cereali. «L’armatore si è stufato di aspettare e così ha sostituito il carico - prosegue Ammannato -: mantenere una nave in rada costa anche qualche migliaio di euro al giorno e forse la vicenda avrà strascichi». «C’è chi, tra gli intermediari fuori regione, guarda con grande interesse a Monfalcone - spiega il responsabile Nogarosped - e ai silos in particolare, per la notevole capacità di stoccaggio fino a 40mila tonnellate. Per ora si porta pazienza, nella speranza che la vertenza, soprattutto per i lavoratori, si possa risolvere a breve. Io lo auspico. Diversamente, il rischio è di perdere questo business».

Quanto allo stallo Luciano Sartori, segretario provinciale Flai-Cgil, presente coi confederali al vertice udinese, così commenta: «Attendiamo la nuova convocazione della Regione, che ha avocato a sé la causa, per sentire quanto prima la soluzione individuata». Ma a meno di audizioni in extremis, i 57 trascorreranno Pasqua e Pasquetta sul piazzale di via Bagni nuova.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo