Lo strappo di Daniel Oren: lascio il Teatro VerdiZanfagnin: noi vorremmo collaborare ancora

Il direttore d’orchestra israeliano convoca per domani un incontro e invita i triestini a partecipare
L’annuncio arriva via mail, secco: «Daniel Oren lascia il teatro Verdi di Trieste». La nota redatta dall’addetto stampa del direttore d’orchestra non spiega alcunché, ma agli interessati indica una data e un indirizzo: «Le motivazioni verranno illustrate dallo stesso Oren in una conferenza stampa aperta alla cittadinanza, e alla quale il maestro invita a partecipare numeroso il pubblico triestino che così calorosamente lo ha sostenuto in questi anni». L’appuntamento è per domani al Circolo della stampa di corso Italia 13.


Questa la notizia che ufficialmente arriva inattesa in teatro, sia tra i vertici che tra le rappresentanze sindacali. Così Oren annuncia la chiusura di tre anni di (a tratti) burrascosi rapporti con la Fondazione lirico sinfonica cittadina, sfociati lo scorso aprile nella revoca dall’incarico di direttore musicale firmata dal sovrintendente Giorgio Zanfagnin per «giusta causa». Ossia - Zanfagnin all’epoca lo ha fatto capire, pur senza dirlo esplicitamente - per i numerosi incarichi fuori Trieste del maestro, divenuto negli ultimi mesi anche direttore principale dell’orchestra del Carlo Felice di Genova e direttore artistico del Teatro di Salerno: incarichi tanto numerosi e impegnativi da lasciargli poco tempo a disposizione per il Verdi. Di qui, appunto, la revoca dell’incarico che tuttavia non intaccava «i rapporti con la Fondazione presenti e futuri», dichiarava il sovrintendente, mentre però Oren lasciava parlare il suo avvocato Michele Lai di «richiesta risarcitoria del danno all’immagine artistica e professionale patita e patenda».


A meno di due mesi da quell’episodio, è Oren a prendere l’iniziativa. Non una parola in più in proposito né dal direttore, né dal suo avvocato Michele Lai. Zanfagnin intanto aspetta di sentire e di capire, premettendo (e Lai lo conferma) che nessuna causa tra il Verdi e Oren è in corso. Anzi, dice Zanfagnin, «in questo momento - a parte la faccenda della direzione musicale - con Oren sono in corso dei contatti: avvengono tramite i rispettivi legali, ma sono molto aperti. Sto aspettando da Oren risposte a delle proposte importanti che ho fatto, anche per la prossima stagione lirica. Lo ribadisco: Oren è un grande musicista con il quale abbiamo dei rapporti che vorremmo continuare».


Al momento su questo versante restano ferme le date dei prossimi impegni che il maestro ha in calendario al Verdi: nessuna comunicazione di diverso tenore, conferma Zanfagnin, è arrivata in merito. Dopo le recite di Manon Lescaut che si sono concluse venerdì scorso, il cartellone della Fondazione cittadina prevede che dal 9 al 16 giugno il direttore israeliano diriga l’ultima opera della stagione, il Don Pasquale. Le prove dello spettacolo di Donizetti, confermano le Rsu del teatro, sarebbero dovute iniziare con il maestro già questa settimana, ma è stato lo stesso Oren a rimandare il primo appuntamento a venerdì primo giugno, ossia al giorno seguente l’annunciata conferenza stampa. Questo peraltro si annuncia come un periodo molto intenso per il direttore d’orchestra, che terminato il Don Pasquale dovrà inaugurare la stagione dell’Arena di Verona il 22 giugno con Nabucco e il 23 con Aida.


Fin qui la situazione nei rapporti tra il Verdi e Oren, non sempre tranquilli - come detto - negli anni. Sostenuto fortemente dal sindaco e presidente del Verdi Roberto Dipiazza, il maestro israeliano era stato nominato direttore musicale del Teatro nel 2004. Nel febbraio 2006 - sovrintendente Armando Zimolo - la rescissione dell’incarico da parte della Fondazione, che contestava all’artista di avere diretto una serata a Reggio Calabria nel giorno stesso in cui sarebbe dovuto essere a Udine. Ma anche allora Dipiazza era stato chiaro: «Per Oren qui c’è un futuro, con patti chiari e amicizia lunga». Arrivato alla sovrintendenza Giorgio Zanfagnin, lo scorso dicembre Oren è stato nuovamente nominato alla direzione musicale del Teatro. Lo scorso aprile, l’ennesimo strappo. Adesso l’addio annunciato. A domani.

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