Luce misteriosa nei cieli di Cormons

L’oggetto fotografato da due giovani. Ferluga (Cicap): probabilmente era un aereo

CORMONS. Una luce rossa all'improvviso nel cielo, per una decina di secondi. Poi la sua scomparsa nel buio. Cos'era quell'oggetto che due pendolari hanno osservato e fotografato in attesa del proprio treno nel cielo di Cormons? «Difficile dirlo guardando le immagini, la luce è troppo piccola e distante, ma potrebbe essere plausibile ipotizzare che fosse un piccolo aereo in movimento: spesso le luci di posizioni laterali di un velivolo hanno quel colore tra il rosso e l'arancione» sostiene Steno Ferluga, presidente emerito del Cicap (Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) di cui è stato il fondatore con Piero Angela.

I dubbi restano, e la domanda sulla natura dell'oggetto non identificato che ha volato sopra la stazione di Cormons i lunedì poco dopo le 21.30 è sorta immediatamente anche ad Andrea e Luigi, i due pendolari che hanno visto per primi l'oggetto volante. «Abbiamo visto questa luce in cielo muoversi per qualche secondo verso l'alto per poi scomparire nel buio - spiega Luigi - e ci siamo immediatamente chiesti cosa fosse, perché era davvero insolita, anche dal colore, piuttosto tendente al rosso. Abbiamo avuto il tempo di scattare qualche foto».

Fin troppo facile farsi prendere dalla suggestione e ipotizzare, a una prima visione delle immagini, che si tratti di un Ufo: Ferluga la butta inizialmente sul ridere, poi analizza scientificamente le foto: «Tenderei a classificare l'oggetto come un velivolo di piccole dimensioni, un aereo di quelli da turismo per esempio. In ogni caso avanzare delle ipotesi è azzardato a causa della qualità delle immagini: il puntino rosso è troppo lontano per comprenderne la natura e le foto sono mosse, come è naturale che sia in questi casi perché la mano umana nell'immediatezza di un evento ha difficoltà a mantenersi ferma per uno scatto. Francamente però credo si tratti di un oggetto artificiale, non certo di una stella né di un pianeta: nessuno fra essi ha quelle sembianze».

Matteo Femia

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