Lucka Pockaj racconta Trieste nel film di Elisabetta Sgarbi

L’attrice è la voce narrante femminile accanto a quella maschile di Toni Servillo. “Il viaggio della signorina Vila” è il titolo di apertura del Trieste Film Festival il 17 gennaio

TRIESTE. “Il viaggio della signorina Vila”, il film di Elisabetta Sgarbi che esplora le diverse facce e suggestioni di Trieste come “porta” di popoli e culture, approda finalmente anche nel suo luogo protagonista: giovedì 17 gennaio, alle 20, alla Sala Tripcovich, sarà il titolo di apertura della 24° edizione del Trieste Film Festival. La Sgarbi, anche direttore editoriale di Bompiani, presenterà personalmente al pubblico “Il viaggio della signorina Vila” insieme all'unica attrice del film, la triestina Lucka Pockaj, già protagonista al Teatro Stabile Sloveno di “Lei dunque capirà”, adattamento dal racconto di Claudio Magris, e interprete di lungo corso al Teatro di Celje.

Per lei non è stato pensato un vero e proprio personaggio, anche se la trama parla di una storia d’amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi, ma piuttosto il ruolo evocativo di una voce narrante che introduce lo spettatore alla scoperta della città. Il film, di 60 minuti, è ben lontano dalla forma canonica del documentario: si propone invece come un viaggio poetico e letterario, dai toni onirici, accompagnato dalle musiche di Franco Battiato e ispirato a due testi che nel 2012 compiono cento anni, “Il mio Carso” di Scipio Slataper e “Irredentismo adriatico” di Angelo Vivante. «È un'interpretazione rispettosa della città, guidata dalla voglia di capirla», lo descrive l'attrice, che ha già accompagnato il film allo scorso Festival del Film di Roma.

Lucka non ha incontrato di persona la Sgarbi fino al giorno delle riprese, nell'agosto 2011. A fare da tramite fra loro è stato lo scrittore Diego Marani, amico di entrambe. Fra le due, però, è subito scattata una reciproca comprensione: «Elisabetta è una persona di grande intuito e sensibilità», afferma l'attrice. «Nel giro di poche ore, e grazie a una persona non triestina, mi sono trovata a scoprire dei luoghi di Trieste che io stessa non conoscevo bene».

Nel film la sua presenza si esprime quasi esclusivamente con la voce, ma l'attrice compare anche in alcune scene girate in Porto Vecchio e nel palazzo ex sede della Facoltà di Lettere di via dell'Università. «Vederlo dopo anni, vuoto e fatiscente, e recitarci dentro delle poesie, magari davanti a specchi rotti e oggetti abbandonati appartenenti a una passato recente, è stata un'esperienza molto forte». La Sgarbi ha chiesto a Lucka di decidere personalmente quali testi recitare nel film: «Ho scelto due poesie in sloveno di Srecko Kossovel e Ace Mermolja, perché parlano del mio modo di sentire Trieste».

Il film intreccia un dialogo ideale tra la narratrice femminile e un narratore maschile, interpretato da Toni Servillo. Ma ci sono anche le testimonianze di Claudio Magris, Giorgio Pressburger, Boris Pahor, Pino Roveredo e Susanna Tamaro, e poi Gillo Dorfles, Giuseppe Dell’Acqua, Primo Rovis. Ma quale immagine ne esce? «Quella di una città intrigante, sfaccettata, da riscoprire, anche nei suoi aspetti multietnici e multireligiosi che magari noi triestini conosciamo, ma non viviamo quotidianamente al cento per cento».

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