L’ultimo processo sull’Ospizio si conclude con un’assoluzione

Il pubblico ministero della Procura di Gorizia, Valentina Bossi, aveva richiesto la pena di un anno nei confronti di Francesco Lovaria, presidente della Commissione dell’Ass che autorizzava le...

Il pubblico ministero della Procura di Gorizia, Valentina Bossi, aveva richiesto la pena di un anno nei confronti di Francesco Lovaria, presidente della Commissione dell’Ass che autorizzava le strutture all’attività sanitaria. Si tratta dell’ultimo procedimento in relazione all’Ospizio Marino. E dell’unico imputato rimasto in relazione al falso ideologico a carico di tre dirigenti dell’ex Azienda 2 Isontina. Fulvio Calucci, ex direttore sanitario, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Paolo Barbina, ex direttore del Dipartimento di Prevenzione e Igiene aziendale, è uscito per prescrizione del reato. E Lovaria è stato assolto perché il fatto non sussiste, sentenza pronunciata dal giudice monocratico Concetta Bonasia. Il lungo dibattimento al Tribunale di Gorizia, ha riportato al 16 luglio 2010, il giorno in cui all’Ospizio andò in tilt il condizionatore. Non era la prima volta che accadeva. Intervennero i Nas. Il 17 giugno la struttura fu sequestrata a fronte della mancata sussistenza delle minime condizioni igienico sanitarie. Diaspora dei pazienti. Da allora l’Ospizio si fermò definitivamente. Nonostante il dissequestro avvenuto circa 10 giorni dopo, la struttura riaprì nel 2017.

Durante il procedimento è emersa un’articolata ricostruzione. Il pm Bossi ha definito «intenzionale» la chiusura del Barellai, rientrante tra le strutture della Fondazione Ospizio marino Onlus in liquidazione da oltre un anno. Ha ricordato la realizzazione della Clinica Sant’Eufemia «mai partita», facendo riferimento a percorsi giudiziali intrapresi da altri pubblici ministeri. Subito dopo il sequestro le verifiche inquirenti rilevarono tutta una serie di elementi non conformi alla norma, in ordine in particolare all’impianto termico, elettrico, antincendio, nonché manutenzioni omesse. La documentazione trovata era risultata incompleta e non esaustiva. Il pm ha parlato di mancanza di autorizzazioni per il piano terra, ad uso ambulatoriale, e il primo piano di Rsa, facendo riferimento anche all’accreditamento, oltre alla mancata conformità urbanistica. Presupposti, secondo il pm, per spiegare il comportamento di Lovaria. Il quale aveva sottoscritto la relazione in ordine ad un sopralluogo, avvenuto il 22 giugno 2010, che attestava come le condizioni impiantistiche tecniche e organizzative del Barellai, rispetto a una “visita” pregressa, nel febbraio 2006, non erano cambiate non evidenziando criticità. Lovaria aveva quindi sottoscritto l’autorizzazione di idoneità della struttura da parte della Commissione di vigilanza che presiedeva. Autorizzazione «non rispondente al vero», a fronte di controlli in realtà «inesistenti», ha sostenuto in sostanza il magistrato, che l’ha ritenuta un’attestazione «falsa dolosa», intendendo sia se compiuta senza intenzione di nuocere, sia quando vi sia la convinzione di non nuocere. Il legale difensore, avvocato Riccardo Cattarini, mettendo in dubbio l’opportunità del sequestro, ha su tutto osservato che «il provvedimento comportò, come si lasci dire facilmente prevedibile, il definitivo tracollo dell’Ospizio». Ha parlato di approfondimenti investigativi «inconsueti». Ha sottolineato che «Lovaria, a testa alta e conscio della sua innocenza, ha rinunciato alla prescrizione», per sostenere il processo fino alla fine. Il legale ha quindi osservato come l’attività amministrativa in capo al dottor Lovaria riguardava il solo pian terreno della struttura, pertanto l’autorizzazione rilasciata era relativa «esclusivamente alle prestazioni ambulatoriali di medicina fisica e di riabilitazione, non per l’attività di centro ambulatoriale di riabilitazione» e quindi anche «senza alcuna valutazione o rilievo al fine dell’accreditamento dell’intera struttura». Quanto al dolo di falso, Cattarini ha affermato: «Il dolo va provato e va escluso tutte le volte in cui la falsità risulti essere oltre o contro l’intenzione, così come dovuta ad una leggerezza o negligenza».(la.bo.)

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