L’ultimo saluto a Giorgio Cuore grande e sensibilità trasmessa con le poesie

Oggi alle 12 nella chiesa di San Valeriano i funerali del giovane gradiscano. Nel suo libro “Sole Cometa” le emozioni di una vita

GRADISCA

Saranno celebrate oggi alle 12 nella chiesa di San Valeriano le esequie di Giorgio Callari, il giovane di Gradisca d’Isonzo che nei giorni scorsi trovato privo di vita nella propria abitazione. Un ultimo saluto sarà possibile dalle 10 nella cappella del nosocomio di Gorizia. Ieri mattina il magistrato, che sin da principio aveva escluso il coinvolgimento di terzi nel drammatico accadimento, ha dato il definitivo nullaosta ai funerali dopo lo svolgimento dell’esame autoptico.

Figlio dell’assessore regionale Sebastiano Callari e di Maria Teresa Zarbo, medico di base di servizio a Romans e Gradisca, Giorgio lascia un fratello, Andrea, più grande di due anni, e un folto numero di familiari e amici sgomenti. Ai genitori è giunta la vicinanza del mondo politico e dei colleghi del comparto di medicina generale. La morte del giovane, che aveva da poco compiuto 26 anni, ha destato impressione e grande cordoglio.

Giorgio era un ragazzo con una sensibilità delicata come il cristallo, e possedeva un talento innato che questa sua sensibilità la sapeva sublimare: la scrittura, e soprattutto la poesia. Una scintilla che teneva acceso il fanciullo che era in lui, quello stesso fanciullo capace – a soli 10 anni – di commuovere la classe con un tema sulla pace dopo l’11 settembre, e che gli era valso anche un precocissimo premio letterario nazionale (il “Raffaele Pellicciotta” di Chieti).

Un fuoco che recentemente aveva ripreso ad ardere, impetuoso, dopo una complessa fase di vita. Era un ragazzo che aveva ripreso a sognare. Quel mondo, il mondo di Giorgio Callari, è immortalato in “Sole Cometa”, la raccolta di poesie che quest’estate aveva presentato a Gorizia e Romans, impressionando pubblico e critica per la ricercata musicalità delle proprie composizioni e per quel tendere verso una luce. «Questo libro racchiude una fase conclusa della mia vita, fatta di chiaroscuri: di rabbia e solitudine, ma anche di speranze. Una fase conclusa – aveva affermato, e oggi quelle parole suonano così impattanti –: se ci fate caso, le poesie più luminose sono proprio alla fine del libro». Una di queste si chiama “In merito all’alba”: «Mentre il sole s’accende su venti di tramontana, col dipingermi cielo d’egual maestria capirò». —

L. M.

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