Maddalena, bloccato il più grande cantiere di Trieste

Tutto fermo da più di un mese, l’impresa costretta a una correzione di rotta in seguito alla crisi

Gli ingressi sbarrati e protetti da grossi lucchetti appesi ai cancelli. All’interno, tra cumuli di terra e materiale accatastato un po’ovunque, un silenzio irreale. Si presenta così, desolatamente vuoto, il cantiere situato nel comprensorio dell’ex ospedale La Maddalena, dove, ormai da più di un mese, i lavori sono fermi. Una situazione che inevitabilmente porta con sé un rincorrersi di voci intorno al megaprogetto, partito nell’autunno del 2011, e che prevede la realizzazione di un complesso di edilizia residenziale e commerciale: voci che parlano di difficoltà cui sarebbe andato incontro l’intervento strada facendo.

La conferma che in effetti qualche problema è sorto in corso d’opera arriva direttamente da Donato Riccesi, presidente della società Generalgiulia 2, proprietaria dell’area. «Diciamo che con il perdurare della crisi economica la situazione dei finanziamenti al cantiere non è più così fluida. Abbiamo perciò deciso di attuare delle correzioni in corsa al progetto, in linea con quelle che sono le mutate condizioni del mercato. Abbiamo già chiuso un contratto con l’Ater per la realizzazione di una cinquantina di alloggi popolari e stiamo portando avanti in parallelo un progetto di “Housing sociale”, nel quale operano soggetti pubblici e privati».

Dunque un cambio di rotta rispetto a quella che doveva essere l’idea originale di riqualificazione dell’area dell’ex ospedale, divisa in due lotti. Nello specifico, la parte inferiore, quella che confina con via dell’Istria, sarà destinata, come previsto inizialmente, alla realizzazione di un centro commerciale (Carrefour), cui si affiancheranno negozi e servizi di ristorazione, oltre alla costruzione di un centinaio di appartamenti di edilizia residenziale. Nella parte superiore invece, lato via Costalunga, al posto degli altri 200 appartamenti previsti, troveranno spazio 53 alloggi Ater e altri 150 riservati alle fasce meno abbienti, che non hanno i requisiti per accedere alle graduatorie Ater, ma che al tempo stesso fanno fatica a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul libero mercato. Ritardi, difficoltà finanziarie e cambio in corsa del progetto porteranno inevitabilmente all’allungamento dei tempi previsti di realizzazione dell’opera, che doveva concludersi nel giro di tre anni, nell’autunno del 2014.

«I tempi lunghi della burocrazia e le difficoltà di finanziamenti e accesso al credito, che vanno a colpire in modo particolare il settore dell’edilizia immobiliare, sono sotto gli occhi di tutti - conclude Riccesi -. Detto questo, ritengo che i lavori potranno riprendere regolarmente tra un paio di mesi, anche se sarà inevitabile che dovremo attendere almeno il 2016 per veder completato l’intervento».

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