«Mai questo degrado in 41 anni»
Salvatore è il titolare del salone di acconciature: «Non mi sento più sicuro»

Silvano Trieste 20/06/2017 Stazione Centrale, il degrado, Beatrice Belluzzi
«Lavoro qui da 41 anni, non ho mai visto una situazione di degrado così forte, tanto che non vedo l’ora di andare in pensione». È stufo e amareggiato Salvatore Ametta, titolare dell’omonimo salone di acconciature della stazione. «Ogni mattina devo disinfettare l’ingresso, puntualmente imbrattato di pipì, e dal tardo pomeriggio mi chiudo a chiave dentro, i clienti bussano se vogliono entrare, perché non mi sento sicuro. La vigilanza c’è, ma all’interno, io invece sono nella parte verso viale Miramare, e qui si vede un po’ di tutto, è insostenibile, soprattutto nelle ore serali, c’è un via vai non molto rassicurante. Da quando hanno messo i bagni a pagamento poi, ogni angolo fuori viene usato come orinatoio, di giorno e notte. È uno schifo».
Va decisamente peggio a Marco Fabbroni, che lavora nella copisteria. «Qualche mese fa un uomo ci ha distrutto la porta a vetri a calci, in pieno giorno, con la gente dentro – racconta –. Non è stata una bella esperienza, per me e per le persone che erano qui in attesa, oltre a dover sostituire tutto con un costo di oltre 2mila euro. Per il resto invece c’è una moria di negozi, chi ci passa per prendere il treno non ha motivo di fermarsi perché non c’è nulla. L’85% dei nostri clienti viene perché ci conosce. Cosa manca? Sicuramente un altro punto dedicato alla ristorazione, poi moltissimi chiedono uno sportello turistico dove ricevere informazioni e sono tante le domande anche di chi cerca assistenza per cellulari o comunque per prodotti tecnologici».
Sedute nell’atrio principale ci sono due ragazze, studentesse, prendono ogni settimana il treno per tornare a casa da quattro anni. «Mi sposto sempre nel weekend – precisa Francesca Nicolardi – e il fatto che molti locali siano vuoti non cambia molto, ma quello che mi ha sorpreso sono i bagni a pagamento. Certo lo fanno per evitare spiacevoli situazioni probabilmente, ma non penso sia una soluzione ottimale e a quel punto si fa prima ad attendere di salire a bordo e utilizzare quelli dei vagoni. Se guardo ai tanti ambienti liberi comunque – aggiunge – sicuramente sarebbe utile creare un punto informativo per gli utenti di Trenitalia che funzioni in modo snello e veloce, soprattutto in caso di ritardi o scioperi. Ogni volta è un caos, non è facile trovare qualcuno a cui rivolgersi subito e parlo anche per i turisti stranieri che si trovano in questa situazione quando capita un disservizio». Osservazioni sulle quali concorda l’amica Beatrice Belluzzi, anche lei su e giù nei fine settimana con il treno. «Aggiungerei anche qualche panchina in più nella sala a ridosso dei binari – dice – dove sono posizionati i tabelloni con gli orari delle partenze e degli arrivi. Spesso la gente sosta lì in piedi perché non ci sono posti a sedere e se capitano scioperi quell’area si congestiona, andrebbe sistemata meglio».
(mi.b.)
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