TRIESTE. Riconvertire, almeno parzialmente, l’ospedale di Palmanova, in struttura Codiv-19. L’ipotesi di lavoro è stata comunicata dal vicepresidente Riccardo Riccardi alle organizzazioni sindacali. Per dare risposta alla crescita dei contagi, servono almeno ulteriori 150-200 posti per i ricoveri, è la stima della Regione. E si può perciò pensare alla struttura palmarina, lasciando attive alcune funzioni, a partire da emergenza e dialisi.
Perché Palmanova? «Per la capacità di dare risposte anche nel caso emergessero complicazioni, vista la possibilità di trasformare le sale operatorie in terapie intensive», il chiarimento di Riccardi, deciso nel respingere la contrarietà del sindaco locale dem Francesco Martines: «Alimentare tensioni e generare ulteriori preoccupazioni nei cittadini al solo scopo di un ritorno di consenso è un fatto grave e irresponsabile». Dal Pd ribatte Franco Iacop: «Invece di insultare un sindaco che difende i suoi cittadini, Riccardi si preoccupi di quanto non ha fatto finora e dei ritardi del Ssr davanti all’emergenza».
Nell’incontro con i sindacati, il vicepresidente ha poi informato sulla necessità di spazi per le cure a bassa intensità (le Aziende sanitarie stanno attivando manifestazioni di interesse per individuarli), quelle «che non possono esser risolte con la domiciliarità», e ribadito l’urgenza del coinvolgimento dei medici di medicina generale e l’utilizzo dei test rapidi per restituire efficacia all’azione di tracciamento.
Ieri i nuovi positivi di giornata sono diminuiti (218), ma la riduzione dei tamponi nel fine settimana (2.557) non consente di ipotizzare un trend al ribasso. Il totale è di 11.462 infezioni, di cui 4.278 in provincia di Udine (+140), 3.823 a Trieste (+50), 2.054 a Pordenone (+14), 1.185 a Gorizia (+12) e 122 di residenti fuori regione (+2).
L’incidenza dei positivi sui tamponi, compresi quelli di verifica sui contagiati, è del 8,53%, in calo dal 10,78% di domenica. Quella sui casi testati, vale a dire le persone sottoposte al controllo per la prima volta, è del 27,11%, dunque ancora molto alta.
Pesante il bilancio delle vittime. La Regione fa sapere di altri cinque decessi. Due sono di Trieste: una donna del 1929, che era ospite di una struttura per anziani, ma è morta in ospedale, e un uomo del 1934, deceduto nella Rsa San Giusto. All’ospedale di Udine è deceduto un uomo del 1946 di Majano, in quello di Pordenone un uomo del 1928 di San Quirino e una donna del 1958 di San Vito al Tagliamento. Nella conta più amara si è arrivati a 403 (210 a Trieste, 93 a Udine, 89 a Pordenone e 11 a Gorizia).
Scendono invece gli ospedalizzati: le terapie intensive occupate sono 37 (-1), i ricoverati in altri reparti 179 (-1). Il virus si conferma sempre presente nelle residenze per anziani, dove sono emerse le positività di undici ospiti e di tre operatori. Nel sistema sanitario casi al Burlo (un'ostetrica e a un collaboratore professionale), in Azienda Friuli Centrale (un medico, un infermiere e due terapisti della Riabilitazione) e in un centro diurno di una onlus triestina (un operatore).
Ritornando al bollettino, gli attualmente positivi sono saliti a 5.618 (+178), i totalmente guariti a 5.441 (+35), i clinicamente guariti a 65 (+1) e gli isolamenti a 5.337 (+179). Dal vicepresidente Riccardi, in videoconferenza con i vertici di Asugi, i sindaci e i responsabili dei servizi sociali dei Comuni, anche un punto della situazione sui posti letto in Azienda: 354 quelli attivati per tutti i livelli assistenziali, al momento occupati per metà. L’intenzione è di mantenere Covid-free gli ospedali di Gorizia e Monfalcone, ma il quadro è in evoluzione. «I posti in Ti di Cattinara – precisa l’assessore – sono occupati al 50% e il livello di guardia è alto. Mentre al Maggiore i 75 posti letto Covid sono già tutti occupati e Asugi sta procedendo a reperirne ulteriori 40 riconvertendo l'area day surgery e l'ex geriatria». —