Mangiarotti ora rilancia Assunzioni e più stipendio con i nuovi orari di lavoro

l’accordo fra azienda e sindacati fiom e fim 

Aumento dei turni di lavoro con l’attività produttiva articolata in 6 giorni la settimana e stipendi più pesanti. Si profilano nuove assunzioni, si parla di 27 posti, inseriti in un contesto che va nella direzione di un’implementazione degli investimenti. L’accordo siglato l’altro ieri dalla Mangiarotti, azienda specializzata nella produzione di tecnologia per l’Oil & Gas e per l’energia nucleare, assieme ai sindacati Fiom Cgil, con il segretario generale di Gorizia, Livio Menon, e dalla Fim Cisl Fvg, con il referente Fabiano Venuti, è un significativo risultato, in controtendenza consideranto anche l’attuale panorama produttivo messo in difficoltà dagli gli effetti in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19. Un segnale che dà la misura della capacità di una realtà industriale, di proprietà del fondo canadese Brookfield, che a Monfalcone occupa circa 400 dipendenti, di guardare al futuro con rinnovata spinta imprenditoriale. Non senza la disponibilità da parte degli stessi lavoratori che si mettono in gioco in questa nuova fase e che a maggioranza hanno votato l’accordo siglato dalle parti. La trattativa nel corso dell’ultimo mese è stata caratterizzata da un costante confronto online, partendo dalle esigenze prospettate dall’azienda di aumentare la produzione in virtù di un importante aumento delle commesse, come anche in parte per “recuperare” ritardi dovuti alla situazione Covid 19. Necessità che per Mangiarotti s’era esplicitata nella possibilità di sfruttare gli impianti a ciclo continuo 7 giorni su 7. I sindacati hanno tuttavia sostenuto la volontà dei lavoratori di mantenere la domenica come giorno di riposo.

L’accordo siglato, che i sindacalisti hanno evidenziato sia stato possibile raggiungere grazie all’impegno delle Rsu e al sostegno dei lavoratori, è valido dal primo giugno fino al 29 agosto. Si tratta di un primo accordo, considerato che, come hanno spiegato Menon e Venuti, la prospettiva è quella di mantenere il rapporto con l’azienda in funzione di ulteriori sviluppi, sia sotto il profilo occupazionale che in relazione agli investimenti.

L’accordo dunque prevede l’articolazione dell’orario di lavoro in quattro turni (rispetto ai tre pregressi) di sei ore e un quarto da lunedì a sabato nel reparto “Macchine Utensili”. Si parte pertanto da questo settore, non escludendo in futuro un’estensione delle nuove modalità operative agli altri ambiti produttivi. Quattro turni giornalieri scanditi in successione dalle 24 alle 6.15, dalle 6 alle 12.15, dalle 12 alle 18.15 e dalle 18 alle 00.15. Sono state aumentate le maggiorazioni, che per il turno notturno passano dal 30 al 50% e per il sabato dal 50 al 70%, in quest’ultimo caso, hanno precisato i sindacati, non in regime di straordinario. L’accordo prevede inoltre l’impegno da parte dell’azienda ad assumere nei prossimi mesi fino ad un massimo di 27 lavoratori, i primi 6 nel reparto “Macchine Utensili”, i restanti tra operatori delle macchine utensili, carpentieri, saldatori e addetti alla qualità (operatori Cnc, impegnati alle macchine di controllo numerico). L’accordo impegna quindi l’azienda, in funzione del raggiungimento degli obiettivi produttivi, a proseguire negli investimenti per lo stabilimento monfalconese. Fim e Fiom ritengono l’accordo «un ottimo risultato», ottenuto peraltro «in un’azienda di un territorio che ha pagato negli ultimi anni un conto salato in termini di disoccupazione a causa della chiusura di diverse aziende storiche e che inoltre si è raggiunto in totale controtendenza rispetto all’attuale fase di recessione economica mondiale dovuta al Covid 19».—

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