Marija, dalla Lettonia l’arte antica della tessitura

Una giovane mamma, approdata a Trieste per amore, lavora e crea su antichi telai in legno
Lasorte Trieste 04/05/12 - Via Foschiatti 4, Marija Pudane
Lasorte Trieste 04/05/12 - Via Foschiatti 4, Marija Pudane

Relegato in un angolo della soffitta. O, al contrario, in bella vista in salotto, e perfettamente funzionante. Ogni casa lettone che si rispetti, possiede un telaio a mano a pettine. In altre parole, lo strumento di una storica tradizione culturale, protagonista del patrimonio artigianale dei paesi del mar Baltico. Il cui fiore all’occhiello, sono la coltivazione e la lavorazione dei pregiati filati delle piantagioni di lino, considerate – con le olandesi – in assoluto le migliori al mondo.

Un mestiere antico tramandato di generazione in generazione, che Marija Pudãne, giovane mamma lettone sposata a un triestino, mantiene vivo nel laboratorio “La Tessoria”, di via Foschiatti 4. Dove, come ha imparato sin da piccola, lavora con passione di “trama e ordito” su due telai artigianali in legno. Rigorosamente con filati purissimi delle piantagioni di Latgale - la regione della Lettonia in cui è vissuta fino a quando si trasferita per studio e per amore a Trieste, e territorio d’eccellenza per la coltivazione e la tessitura del lino - dal cui magico intreccio, frutto della mirabile sincronia tra dieci pedali e otto “licci”, che lavorano il filato dell’ordito, nascono le sue creazioni.

Tovaglie, copri tavoli, scialli, pashmine e tappeti, nelle tradizionali sfumature del lino greggio, oppure declinate nelle nuances dell’arcobaleno. Trama e ordito: fili perpendicolari intrecciati secondo schemi antichi che Marija ha fatto suoi osservando sin da piccola la nonna. Semplici, ma preceduti da una fase preparatoria di certosina attenzione, preludio alla fase creativa vera e propria. «Tessere a mano è per me una vera passione. E quindi ne amo tutte le fasi, anche se prima di iniziare ci vogliono come minimo sei ore. Bisogna prepara l’ordito sull’orditoio, in altre parole creare il circuito del filato prima che venga messo sul telaio. Senza scordare di contare il giro dei fili, fondamentale per calcolare i metri di lino necessari, di solito 25, per tessere», racconta Marija, molto presente alle fiere dedicate all’artigianato tessile.

Dalla vetrata su via Foschiatti, la giovane lettone seduta al telaio incuriosisce non poco i passanti. «Pensavo la città, viste le sue radici commerciali, fosse meno attratta dall’artigianato tessile – racconta lusingata – mi sono accorta, invece, con piacere, che i triestini sono alquanto incuriositi dal telaio. Soprattutto i bambini, che vengono in visita al laboratorio con le insegnanti». Tessuti realizzati con “linum usitatissimum”, la pregiata qualità coltivata in Lettonia, la cui arte si tramanda di madre in figlia. E difatti, sbirciando nelle vetrine, capita spesso di vedere Katrin, 3 anni, tessere copertine colorate per le bambole su un piccolo telaio da bambini.

Patrizia Piccione

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