Mario Bò lascia la Squadra mobile Dirigerà l’Anticrimine di Gorizia

E dopo quello dei carabinieri, a Trieste cambia pure il capo degli investigatori della polizia. All’indomani dell’ingresso del capitano Fabio Pasquariello nella caserma del Comando provinciale dell’Arma di via dell’Istria - direttamente da Udine, e coi gradi da comandante del Nucleo investigativo - ieri la Questura ha reso noto a sua volta che alla Squadra mobile sta per arrivare un nuovo responsabile.
Nell’ambito del ciclico valzer dei dirigenti della polizia di Stato diretto dal Viminale - dal quale per il momento resta evidentemente fuori il questore in carica Giuseppe Padulano - fra un paio di settimane il capo della Squadra mobile di Trento Roberto Giacomelli, in passato anche alla guida dell’Antiterrorismo a Venezia, prenderà servizio nella nostra città assumendo l’incarico equivalente, per l’appunto, di capo della Squadra mobile.
Si chiude quindi un’era durata dodici anni. Quella di Mario Bò, che dal 7 di ottobre cioè fra due lunedì - come annuncia la stessa Questura in un comunicato stampa - lascerà l’ufficio investigativo del capoluogo di regione per assumere la direzione della Divisione anticrimine della Questura di Gorizia.
Il successore, come detto, è stato individuato dal Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno nella figura del «dottor Roberto Giacomelli», l’attuale capo della mobile di Trento. Entrato in polizia nel 1993, nel background di Giacomelli - così si legge nel comunicato diffuso dai vertici della polizia triestina - figurano esperienze in diverse questure italiane, a partire da quella di Varese, dove ha svolto le funzioni di dirigente prima dell’Ufficio immigrazione e poi della Digos. Trasferito nel 1996 a Venezia, qui è stato vicecapo della Digos nonché responsabile dell’Antiterrorismo. Ruolo, quest’ultimo, che è andato poi a occupare, nel 1998, alla Questura di Bologna. Finché non è stato mandato a Trento. Era il 2001, e da allora lì è sempre stato il capo della Squadra mobile, per un’era di altrettanti dodici anni che fa il paio con quella segnata a Trieste da Bò.
«Nei prossimi giorni - scrivono dalla Questura - si terrà un incontro nel corso del quale il questore Padulano ringrazierà il dottor Mario Bò per l’impegno e la grande professionalità dimostrati negli anni di servizio a Trieste». «Sono da evidenziare - prosegue il comunicato - i tanti successi professionali, l’impegno e l’acume investigativo che hanno contraddistinto il funzionario di origini toscane nella direzione della Squadra mobile locale, in particolare nel contrasto della criminalità straniera dedita ai reati predatori che per anni ha imperversato nel nostro territorio. Decine di arresti degli autori dei furti in villa, frutto di un complesso lavoro investigativo svolto dagli uomini e dalle donne diretti da Mario Bò, anche grazie ad una straordinaria collaborazione instaurata negli anni con la polizia slovena e croata».
«Non si possono dimenticare - va avanti la nota della Questura di casa nostra - le tante indagini svolte per il contrasto del traffico di esseri umani e due vaste operazioni antidroga con oltre ottanta arresti di cittadini nigeriani tra il 2006 e il 2009, l’Operazione Girone Dantesco, che hanno portato al sequestro di cinquanta chili di eroina e cocaina. Anche efferati delitti come l’omicidio di Giovanni Novacco e di Roberto Menicali, avvenuti entrambi nell’estate del 2011, provocando il profondo sgomento della città, sono stati risolti in pochi giorni grazie all’impegno e alla dedizione del funzionario e degli investigatori della Squadra mobile».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo