Mario Brancati, a 82 anni l’emozione della terza laurea

Assecondando le sue passioni ha affrontato un ciclo di studi in Storia a Trieste «La prossima sfida sarà imparare a usare bene le nuove tecnologie e il web»

Marco Bisiach

Anche a 82 anni, e dopo una lunga e impegnativa carriera di primo piano nel mondo della politica e nell’associazionismo regionale, ci può essere spazio per l’emozione. Quella, ad esempio, che può regalare un traguardo importante come la laurea e discutere la propria tesi davanti alla commissione.

Logico fosse emozionato dunque anche Mario Brancati, presidente dell’Anffas di Gorizia e della Consulta regionale dei disabili, ma anche più volte assessore regionale, che a Trieste ha conseguito la sua terza laurea. Questa volta in Storia. Con alle spalle già il diploma universitario in Vigilanza scolastica ottenuto nel 1970 e la laurea in Pedagogia del 1972, Brancati ha indossato nuovamente la corona d’alloro discutendo (con relatore il professor Giovanni Parmeggiani) una tesi su “Pericle: il padre della democrazia ateniese”. Un lavoro che si è meritato il voto finale di 106.

Il tutto alla bella età di 82 anni, che lo rende probabilmente – pur in mancanza di statistiche ufficiali – il laureato più “maturo” di sempre al Dipartimento di studi umanistici dell’ateneo giuliano. «Sì, lo ammetto, malgrado i miei anni e la mia esperienza un po’ di emozione l’ho sentita – scherzava Brancati subito dopo la proclamazione –, ma poi mi sono sciolto ed è andato tutto bene. Ho coronato un percorso iniziato due anni fa, quando ho deciso di prendere la terza laurea in quella che è la mia grande passione, la storia». Una passione coltivata quotidianamente (Brancati confessa di non leggere quasi mai romanzi, ma solo saggi storici) che l’aveva portato anche a collaborare alla prima edizione di quel festival che si chiamava “La storia in testa” e che poi sarebbe diventato èStoria. Anche la scelta della tesi ha avuto una motivazione ben precisa: «Ho voluto analizzare la figura di Pericle, che rappresenta un po’ il mio manifesto con il suo essere democratico e il suo intendere la politica come impegno a servizio del bene comune – spiega l’ex assessore regionale, ricordando i suoi “maestri”, da Rolando Cian a Francesco Macedonio, passando per Adriano Biasutti –. Ma ho cercato anche di attualizzarla, lanciando se vogliamo un messaggio a chi oggi fa politica, che non può essere disgiunta da concetti come cultura ed etica».

Tagliato un traguardo, però, Brancati fissa già il prossimo. «Voglio imparare ad usare bene le nuove tecnologie, dallo smartphone, che sarà il mio regalo di laurea, al web – dice –. Sono abituato a guardare sempre avanti, non ci si deve mai fermare». –

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