Massaggi e sul web foto osè: un arresto

Chiuso il Centro cinese “Hao Zai Lai” in via Galilei. Ai domiciliari la titolare di 33 anni. Indagato il cognato 38enne in concorso

Il continuo afflusso in quel centro massaggi, “Hao Zai Lai”, in via Galilei al civico 60, a Monfalcone, non poteva lasciare indifferenti. E quell’immagine ormai tipica riportante donne o giovani coppie “coccolate” dai trattamenti tonificanti ed energizzanti, con l’esposizione del tariffario, dai 30 ai 70 euro, evidentemente strideva rispetto agli effettivi clienti. Solo uomini, che dalle 10 alle 22 scivolavano con estrema discrezione all’interno dei locali, per evitare sguardi indesiderati. E le utenze cellulari riportate a matita vicino al numero ufficiale “striccato” a rimandare al web, il social network che introduceva ad una galleria piccante, foto di signorine orientali provocanti in tenuta intima.

Ce n’era abbastanza per entrare in azione. L’altro ieri gli uomini della Polizia e della Guardia di Finanza sono entrati nel centro massaggi: la titolare, 33 anni, nativa dello Zhejiang, è stata arrestata, posta ai domiciliari, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un’attività “a luci rosse” condotta insieme al cognato, un cinese di 38 anni, indagato in concorso e denunciato a piede libero.

L’indagine coordinata dalla Procura di Gorizia, è partita circa un anno fa, tra appostamenti e verifiche online. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura e del Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle hanno riscontrato, come ormai provato nel corso di numerose indagini precedenti in tema, una metodologia consolidata. La consuetudine di “regolare” quell’extra inconfessabile direttamente tra il cliente e la ragazza.

Sempre e comunque in contanti. Cifre fino a 100 euro “tutto compreso”, tramite esclusivo passaggio di denaro.

Non c’è voluto molto per avere il quadro della situazione. Il via vai particolarmente attivo di clienti, esclusivamente uomini, ha fornito l’incipit delle indagini. È stato poi sufficiente approfondire sui social network per trovare postate le immagini “hard” con tanto di frasi inequivocabilmente ad effetto.

Ragazze, tutte molto giovani, che la titolare trentatreenne faceva avvicendare, in base alla “domanda”, sempre evidentemente molto alta, e alle più diverse predilezioni. Avvicendamenti delle giovani anche quindicinali, per offrire una gamma variegata.

Gli agenti di Polizia e gli uomini della Finanza, che hanno operato congiuntamente nelle indagini, hanno fermato i clienti all’uscita del centro massaggi. Clienti di tutte le età, dallo studente al professionista, al pensionato.

Agli inquirenti hanno raccontato cosa facevano in quel centro. Hanno confermato il vero motivo delle loro visite in via Galilei.

Ammissioni esplicite in ordine alla prestazione ottenuta e l’importo corrisposto, sempre in contanti, con l’aggiunta “extra” concordata con la partner del consumo sessuale.

Evidenti anche lo stato e l’ambiente caratterizzanti gli angusti locali del centro. Le condizioni di vita, hanno infatti spiegato gli inquirenti, l’orario di permanenza nei luoghi di lavoro, la salubrità degli ambienti e l’evasione fiscale rappresentano solo alcuni degli aspetti ancora sottoposti ad approfondimento, al fine di contestare precise responsabilità ai gestori del centro massaggi cinese.

L’operazione messa a segno a Monfalcone, hanno chiarito Polizia e Gdf, si affianca a una serie di inchieste in corso sui diversi centri massaggi cinesi attivi in provincia e che ha fatto emergere un fenomeno di prostituzione a prezzi concorrenziali.

Tutto «mal celato - viene ancora spiegato - dalla pubblicità dei depliant dove, come nel caso di via Galilei a Monfalcone, il beneficiario del massaggio è quasi sempre una donna, che non si è mai trovata tra i clienti nel corso degli innumerevoli appostamenti. D’altro canto - viene ancora osservato -, sui social network, con indicazoine delle stesse utenze cellulari di riferimento indicate sul depliant, si è molto più chiari su cosa si può ottenere negli esercizi commerciali».

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