Massaggi hot, chiesto il giudizio per 4 cinesi

Chiusa l’inchiesta sul centro Loto. I clienti venivano fatti accomodare in vasche da bagno a due piazze

Era stato travolgente il successo dei “massaggi” elargiti a pagamento nell’acqua tiepida di una vasca a due piazze. Lì i clienti si sentivano a loro agio e il numero delle prestazioni richieste alle mani delle ragazze cresceva a dismisura, si faceva quasi mitraglia. Cinque, sei volte in un pomeriggio, secondo le riprese video effettuate dagli investigatori. Il successo delle “pratiche” aveva travalicato i confini provinciali, tant’è che l’iniziativa del Centro “Loto” insediato originariamente a Trieste in via San Maurizio era sbarcata - con identiche vasche, lettini e tariffe - anche a Monfalcone.

La prestazione di una massaggiatrice cinese costava 50 euro. Se, come accade in taluni concerti, il pianoforte doveva essere suonato a quattro mani, il prezzo raddoppiava. Anche questo dettaglio è stato fissato da un obiettivo indiscreto installato dalla Procura della Repubblica.

Ora l’inchiesta è conclusa e il pm Federico Frezza ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro cittadini cinesi residenti a Trieste. Si tratta di un uomo di 29 anni che abita in piazza Garibaldi e si chiama Wang Yang Yang; e di tre donne di dieci anni più anziane. Sono tutti accusati di avere agevolato o sfruttato tre connazionali inducendole a soddisfare le non sopite voglie adolescenziali di un buon numero di maschi “nostrani”.

L’udienza preliminare è fissata per domani davanti al presidente aggiunto del gip Guido Patriarchi. Tra i difensori dei quattro cittadini cinesi - gli avvocati Lucio Calligaris, William Crivellari e Antonio Santoro - le linee strategiche divergono. C’è chi propende per il rito abbreviato, in camera di consiglio, lontano dagli occhi curiosi del pubblico. Ma c’è anche chi punta sul dibattimento in aula per cercare di dimostrare l’estraneità del proprio cliente dalle gravi accuse.

Se questa seconda ipotesi si concretizzerà, una decina di testimoni dovranno giocoforza essere sentiti durante il dibattimento. I clienti identificati con nome e cognome dagli agenti della Mobile non potranno esimersi dal testimoniare. La citazione verrà recapitata per posta nelle loro abitazioni con quel che ne potrebbe conseguire a livello di rapporti familiari. Ad esempio un certo Maurizio L. mostrava di gradire nell’acqua tiepida l’intervento di una giovane orientale. «L’ho aiutato - aveva riferito la ragazza alla polizia - lui voleva solo quello, come del resto gli altri clienti. Si era sparsa la voce della nostra specialità e per le due settimane di attività - poi interrotta dall’intervento degli agenti - il lavoro era stato intenso».(c.e.)

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