Master da 12mila euro. Paga la Regione

Corsi alla Bocconi “offerti” a decine di dipendenti. Colautti: «Procedura poco trasparente». Panontin riferirà in aula
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Master alla Bocconi per i dipendenti regionali. A Palazzo scoppia il caso. È il capogruppo del Nuovo centrodestra, Alessandro Colautti, a sollevarlo con un’interrogazione all’assessore alla Funzione pubblica Paolo Panontin. Colautti vuole vederci chiaro, in particolare, su costi e modalità di selezione del personale. Sulla decisione di appoggiarsi a una realtà di prestigio come la Bocconi, infatti, incombono non pochi dubbi. Innanzitutto la spesa: si tratterebbe, da quanto si è saputo, di un master “Emmer” - Executive Master in Management dell’Ente Regione - pensato proprio per dirigenti e Posizioni organizzative: 12 mila euro a persona. Anche se, ma si attendono precisazioni dalla giunta, l’Università dà la possibilità di stipulare convenzioni con le singole Regioni.

Da quanto risulta al momento sarebbero state coinvolte alcune decine di persone. Il percorso formativo è diviso in 4 moduli: strategia, processi decisionali, progettazione, competenze personali per leadership, gestione dei conflitti. L’attività didattica prevede corsi in aula e a distanza e workshop su casi specifici regionali, testimonianze dirette di esperti e l’affiancamento di tutor. Si comincia tra pochi giorni, lunedì prossimo, e dunque sono già stati individuati i partecipanti. Tuttavia, stando a quando rileva Colautti, non sarebbe stata data sufficiente pubblicità dell’opportunità: corsi ad personam alla Bocconi, insomma, pagati con denaro pubblico? E - ed è questo l’altro sospetto avanzato tra le righe - per avvantaggiare qualcuno nell’ipotesi di un concorso? «È opportuno conoscere quali siano state le modalità con cui l'amministrazione regionale ha scelto i dipendenti da avviare alle selezioni per l'accesso ai corsi di formazione curati dall'Università», dice nella sua interrogazione Colautti. «Si dovrebbero conoscere le forme di pubblicità seguite per divulgare tra il personale l'esistenza di tale opportunità di crescita culturale e di formazione professionale che per certo – continua Colautti - costituisce un indubitabile vantaggio sia per la preparazione a eventuali concorsi futuri per l'accesso alla dirigenza, sia per l'attribuzione di posizioni organizzative, oggi individuate in modo fiduciario, qualora venissero introdotte metodologie selettive». Colautti domanda di più. «La giunta dovrebbe anche indicare se siano state seguite le procedure previste in materia di attività formative contenute nel Contratto collettivo di lavoro, e quale sia stato l'esito dell'informativa data alle organizzazioni sindacali. Se già individuati - conclude il consigliere - la giunta sia trasparente nell'indicare i partecipanti». E poi, incalza l’esponente del centrodestra, oltre a pagare il master la Regione mette pure i soldi per i rimborsi delle spese di missione? «Non è che sono un anti-bocconiano, ma qui si parla di una spesa di non poco conto – rileva Colautti – e ricordiamoci che in passato, nell’era Viero, erano già accadute cose analoghe. E questa non mi pare una normale formazione».

Tutti quesiti che l’assessore Panontin è chiamato a sciogliere in aula. Intanto spiega: «Devo fare le mie verifiche – premette -, per ora posso dire di aver portato avanti una scelta precisa di questa giunta, cioè quella di proporre un’alta formazione per i dipendenti regionali, per elevarli di qualità a beneficio dell’intera struttura. A questo proposito, c’è un’indicazione contenuta in un documento di generalità discusso ad agosto in giunta che parla di questo, cioè che questo esecutivo avrebbe governato la partita della formazione, uno dei temi fondanti per accompagnare l’ente a nuovi processi di riforma. Crediamo che sia necessario che il personale cresca perché ciò poi si ripercuote sul sistema. Comunque – ribadisce – devo fare i miei approfondimenti per capire quali sono state le procedure attuate dagli uffici per la selezione. Ora non ho elementi per entrare nel dettaglio e non so se è stata data effettivamente pubblicità dell’opportunità visto che – ironizza Panontin – non sono io quello che guida il pulmino che porterà tutti a Milano».

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