Maxi-operazione antimafia: operaio arrestato in città

I carabinieri si sono presentati ieri nell’abitazione monfalconese di un operaio trentenne di San Pietro Vernotico con un mandato di cattura perchè coinvolto in una maxi operazione che ha portato all’...

I carabinieri si sono presentati ieri nell’abitazione monfalconese di un operaio trentenne di San Pietro Vernotico con un mandato di cattura perchè coinvolto in una maxi operazione che ha portato all’arresto di 46 personaggi legati alla Sacra corona unita. Da quanto è trapelato, l’uomo sarebbe stato coinvolto in attività malavitose prima di trasferirsi a Monfalcone, quando risiedeva ancora nella località pugliese. In città da alcuni anni, il trentenne lavorava come operaio in una ditta dell’appalto. Non ha opposto resistenza all’arresto. Il provvedimento lo ha colto di sorpresa. Non se l’aspettava. Non sarebbe peraltro uno dei personaggi di spicco dell’inchiesta che ha portato alla luce attentati dinamitardi, pestaggi, affiliazioni, lotte fra clan e un omicidio avvenuto in pieno centro tre anni fa a Cellino San Marco. Questo lo scenario che emerge dall’operazione contro la Sacra corona unita del Brindisino attraverso la quale gli investigatori ritengono di aver sgominato un’organizzazione criminale di tipo mafioso, con l'arresto di 46 persone. Non a tutti gli indagati - 65 in tutto - è stata contestato il 416bis, ma per tutti le accuse sono aggravate dall’aver favorito un’associazione criminale. Le indagini hanno preso avvio dall'esplosione di colpi di fucile contro l’abitazione di uno dei soggetti coinvolti, per ragioni apparentemente passionali. Determinante per ricostruire il volume d’affari dell’attività di spaccio di droga è stato il sequestro da parte degli investigatori dell’agendina di Gianluca Saponaro, giovane ucciso a Cellino San Marco, in pieno giorno, il 19 giugno del 2010.

L’inchiesta è stata condotta quasi interamente dalla Procura di Brindisi. Una volta compreso che nonostante i numerosi arresti era tornato attivo a San Pietro Vernotico e dintorni un gruppo organizzato, il fascicolo è stato trasmesso alla Dda. È stato il pm Alberto Santacatterina a firmare la richiesta di misura cautelare. Fra gli arrestati ci sono Domenico D’Agnano, detto “Nerone”, Jonni Serra, detto “Pecora” e Cristian Tarantino, personaggi che facevano capo a Raffaele Renna detto “Puffo”, che dialogava dal carcere con gli altri oltre che tramite lettere indirizzata ai suoi amici, anche attraverso la moglie e la zia, pure finite in cella. Per i detenuti, è emerso, andavano raccolti, tramite lo spaccio di droga, almeno 15mila euro a settimana.

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