Maxiblitz della Finanza nei bazar cinesi

Chinatown passata al setaccio dai finanzieri a caccia di merce contraffatta e oggetti pericolosi. Ieri sono scattate ispezioni a tappeto nei negozi con la lanterna rossa del Borgo Teresiano. Da via Valdirivo a via Milano. Da via Torrebianca a via Genova. Da via Filzi a via Roma. Nel mirino i negozi di pellame, quelli di abbigliamento, i rivenditori di giocattoli e i bazar. Impiegati in totale quaranta finanzieri. Contemporaneamente sono scattati controlli mirati anche in porto: sotto la lente diversi container provenienti dalla Cina.
Il blitz è scattato alle 10 davanti agli occhi esterrefatti dei proprietari dei negozi cinesi. I militari hanno controllato magliette, gonne, cinture, occhiali, orologi e ogni genere di merce in vendita. Un’attività che, di fatto, ha paralizzato per due ore il Borgo Teresiano. Lampeggianti accesi, sirene inserite, traffico semibloccato e porte dei negozi e dei locali presidiate dagli uomini in divisa. Un movimento che ha attirato l’attenzione di vicini e passanti, curiosi di conoscere il motivo di una simile mobilitazione.
Le auto della finanza si sono piazzate davanti ai negozi bloccando gli ingressi. Come in un telefilm. Poi l’intimazione «Fermi Guardia di finanza. È solo un controllo». Tutto questo è successo contemporaneamente in undici negozi, che avevano alzato le serrande poco prima delle 8. A Trieste, almeno negli ultimi anni, non si era mai assistito a una mobilitazione così massiccia di forze dell’ordine.
Nei negozi ispezionati i finanzieri hanno trovato luminarie non a norma e quindi pericolose per la salute dei consumatori: se non conformi, infatti, le illuminazioni usate per addobbare l’albero di Natale e gli esterni possono mandare in corto l’impianto elettrico e provocare incendi domestici.
Accanto alle luminarie, esposti in bella mostra sugli scaffali dei negozi, c’erano anche statuine di personaggi del presepe, palline di diverse dimensioni, addobbi a forma di pupazzi di neve, stelle, e giocattoli. Tutti articoli rigorosamente fuori legge. E cioè senza il marchio certificato “Ce”, ma anche privi delle indicazioni in lingua italiana sulla provenienza del prodotto e sul tipo di materiale adoperato per la fabbricazione. Nella rete sono finiti anche giocattoli con etichette incomplete o scritte in altre lingue.
In un negozio con la lanterna rossa, i militari hanno inoltre rinvenuto e posto sotto sequestro anche 103 pacchetti di sigarette di contrabbando di varie marche riportanti il sigillo di Stato sloveno. Il titolare dell’esercizio, un cittadino di origine cinese, rischia ora una sanzione fino a cinquantamila euro.
Oltre alle merci sottoposte a sequestro, l’attività dei militari ha consentito di individuare due lavoratori “in nero” impiegati all’interno di un bazar, il cui titolare verrà segnalato alle autorità amministrative per l’irrogazione delle sanzioni previste in caso di lavoro irregolare. I titolari dei negozi ispezionati saranno segnalati anche alla Camera di Commercio per le violazioni previste dal codice del consumo, per le quali sono previste sanzioni fino a venticinquemila euro, nonché per la successiva confisca e distruzione dei prodotti sequestrati.
Intanto, da una nota del comando provinciale della Finanza si apprende che «sono in corso ulteriori indagini volte all’individuazione dei canali di approvvigionamento della merce illecita rinvenuta per arrivare alla disarticolazione della catena logistica, organizzativa e strutturale delle filiere illecite».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo