Medico-Babbo Natale in Africa

Il medico triestino Giorgio Cusati lavora al Bedford Hospital a Mthatha. È un ortopedico e cura adulti e bambini. Le sue vacanze di Natale sono state speciali. Grazie all’aiuto di tanti amici, soprattutto triestini, ha portato giocattoli e altri regali ai pazienti ricoverati. Una sorta di medico-Babbo Natale. «Tutto è iniziato quando la mia amica Barbara Pozar, insegnante di educazione fisica, è venuta a trovarmi due mesi e mezzo – spiega – aiutava i fisioterapisti nella riabilitazione dei pazienti di Bedford. Allora c’erano molti “addetti ai lavori” europei e statunitensi che, appoggiandosi all’ African Medical Mission, portavano il loro contributo professionale in questo sconosciuto angolo d’Africa. Tornata in Italia Barbara ha avuto l’idea di creare su Facebook la pagina dei “Bedford Voluntary Workers ” dove venivano pubblicate storie, commenti, impressioni ed immagini dell’ unico ospedale ortopedico di questa regione. Le foto dei miei piccoli pazienti, con i loro sorrisi accattivanti, hanno rapito il cuore a molte persone e hanno fatto conoscere la struttura».
Cusati rientra in città per un breve periodo ed ecco una vera e propria mobilitazione a favore del suo ospedale. «Una mia recente visita a Trieste, con un raccolta fondi ideata ed organizzata da mia nipote Graziana, ha permesso di poter contare su una discreta somma per i “miei bambini”. Parenti, amici e persino estranei sono accorsi ed hanno dato il loro contributo. Ricordo un episodio in particolare, una signora, vedendo la foto di un bambino ingessato mi ha detto, con le lacrime agli occhi: «Non navigo nell’ oro, anzi, ma non posso fare a meno di far parte di questo progetto meraviglioso». Con i soldi raccolti il medico triestino ha acquistato giocattoli e altri regali, da consegnare una volta rientrato al Bedford Hospital. «Così mi sono ritrovato, in questo periodo natalizio, circondato dai sorrisi e dalle espressioni di stupore di tante persone, piccole e grandi, che non si aspettavano che un “muhlungu” (uomo bianco), che conoscevano solo nella sua veste professionale, potesse fare le veci di Babbo Natale e portare un messaggio di amicizia e di bontà». (m.b.)
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