Meno bambini in comunità Cresce l’affido “leggero”

A Trieste sono 96 i minori che vivono nelle comunità educative, un numero in netto calo rispetto a quattro anni fa, quando erano stati 232 gli accoglimenti. Gli affidi temporanei alle famiglie,...
Silvano Trieste 20/10/2012 Convegno ''Come stanno i bambini?'' organizzato dall'Anfaa
Silvano Trieste 20/10/2012 Convegno ''Come stanno i bambini?'' organizzato dall'Anfaa

A Trieste sono 96 i minori che vivono nelle comunità educative, un numero in netto calo rispetto a quattro anni fa, quando erano stati 232 gli accoglimenti. Gli affidi temporanei alle famiglie, invece, dal 2009 si sono ridotti da 60 a 49; mentre è in aumento il cosiddetto affido leggero, ovvero per alcune ore al giorno, con 146 minori ospiti in famiglia, 62 in più rispetto al dato di quattro anni fa.

Ma al di là del mero dato statistico, come stanno i bambini? Attorno a questo interrogativo si è sviluppato l’incontro organizzato dall'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa) in occasione del 50.o anniversario della sua fondazione a livello nazionale e del 40.o della sezione di Trieste. Si parla sempre poco di bambini e molto spesso le loro richieste vengono sopraffatte dagli interessi dei genitori: per questo – ha spiegato il presidente Dario Montagnana - nel 1962 è nata Anfaa, «per dare diritti e una casa temporanea a chi non era ascoltato, un'adozione, ma anche servizi socioassistenziali e le varie forme di affido che si sono create nel corso degli anni. È stato un modo per riconoscere ai minori la possibilità di essere portatori di diritti».

Ma ci sono ancora delle zone d'ombra, ad esempio non si sa quanti siano attualmente i bambini che vivono nelle varie comunità sparse in Italia, i dati governativi sono fermi al 2008 che indicano la presenza di 15.500 minori negli istituti di accoglienza. «Sono migliaia i bambini che vivono nelle comunità – spiega ancora Montagnana – nonostante siano molte le famiglie interessate all'adozione». Per il vicepresidente di Anfaa Fabio Pillin «la situazione dei minori oggi a Trieste è peggiorata, è aumentata la dispersione scolastica. La nostra collaborazione con l'Azienda sanitaria è molto buona quanto ai rapporti con le famiglie adottive, ci sono alti e bassi invece con il Comune. Non c'è ancora la coscienza precisa della delicata e drammatica condizione dei minori nella nostra città».

Ma secondo l'assessore alle Politiche sociali Laura Famulari, i bambini a Trieste stanno come nel resto d'Italia: «Le situazioni sono complesse. Sono in aumento le situazioni di sofferenza economica soprattutto tra le famiglie monogenitoriali con figli minori. L'affido familiare per lo più lo chiedono cittadini stranieri. E si sta consolidando come strumento». Nelle strutture dei consultori, ha indicato Maria Vanto dell'Azienda sanitaria triestina, «quest'anno sono passati 2mila bambini e adolescenti con i quali sono state affrontate diverse situazioni, compresi i provvedimenti presi dal Tribunale per i minorenni». Su questo fronte il presidente del Tribunale per i minorenni Paolo Sceusa ha spiegato come «in questi anni si è cercato di ridurre i tempi nei vari procedimenti che riguardano i minori, che sono il soggetto debole: per questo è intollerabile pensare che i processi durino 10 anni. C'è stato quindi un cambiamento radicale nella gestione dei procedimenti, fin da subito dichiariamo qual è il tempo massimo che il bambino deve aspettare per evitare un danno irreversibile e accelerare sui tempi».

Ivana Gherbaz

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