Messa subacquea Debutto al femminile

di Claudio Ernè
Si chiama Monica Caccaro ed è una delle poche donne a immergersi nei mari europei usando lo scafandro da palombaro e l’elmo in bronzo.
È originaria di Varese, di professione fa l’impiegata, e ieri la sua presenza a Trieste e l’annunciata immersione accanto allo scalone reale hanno richiamato sulla banchina antistante piazza dell’Unità d’Italia centinaia e centinaia di subacquei e di curiosi. Lei non li ha delusi e ha raggiunto sul fondo del bacino San Giusto don Alessandro Amodeo, cappellano del porto e officiante la messa subaquea che da 35 anni viene celebrata ogni 26 dicembre.
Monica Carraro, assistita in superficie dai tecnici dell’Historical Diving Society Italia giunti da Ravenna, sul fondo del mare ha consegnato al sacerdote il testo dell’omelia, poi letta all’interno della bolla d’aria della campana in plexiglass, calata dal pontone della ditta “Sub Sea”. Le parole del religioso, che si è tolto di bocca l’erogatore e la maschera dal volto, sono state diffuse in superficie e don Alessandro, alla prima esperienza subacquea di questo tipo, ha evidenziato da sei metri di profondità la necessità di «amore e solidarietà verso tutti gli uomini». L’immagine di ciò che accadeva in profondità è “rimbalzata” su un maxi schermo, allestito sulla fiancata di un enorme Tir.
Attorno alla campana si erano immersi in precedenza una cinquantina di subacquei, provenienti da varie località della regione: è un numero che resta costante negli anni fin dalle prime edizioni della manifestazione organizzata all’epoca nelle acque della Sacchetta, accanto al pontone sede del “Sub Sea Club” che da più di dieci anni è stato deliberatamente affondato nel braccio di mare antistante Santa Croce. Sul quel fondale costituisce un punto preciso per il ripopolamento ittico del golfo.
Ieri, com’è tradizione, la messa subaquea ha avuto il potere di radunare sulla banchina marinai di superficie, marinai di profondità, alpini in congedo, uomini della Protezione civile, pompieri volontari e Vigili del Fuoco in servizio, bambini, poliziotti, carabinieri, fotografi e turisti. Un rimorchiatore della Tripmare ha salutato con alti getti d’acqua i convenuti mentre una vedetta della Guardia Costiera è rimasta in “stand by” coi motori accesi a pochi metri dalla banchina. In sintesi un migliaio di persone si sono scambiate gli auguri di Natale. «Speriamo che il 2012 sia meno peggio di quel che oggi si va dicendo del prossimo anno» è stato il motivo conduttore degli scambi di saluti.
Dai gradini dello scalone reale si è calato in mare un cane “Terranova blu” della Squadra di soccorso nautico della Protezione civile del Comune di Grado. Altri cani, Terranova e Labrador, addestrati al soccorso in mare, sono rimasti fermi sulla banchina, accanto alle loro padrone.
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