Metà dei pazienti visitati con placche e mesoteliomi

Report sulle oltre cento persone passate nel 2015 all’ambulatorio di sorveglianza Le diagnosi infauste riscontrate in alcuni casi anche su persone di appena 55 anni
Di Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-13.06.2013 Dissuasore ospedale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-13.06.2013 Dissuasore ospedale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Il Centro regionale amianto rimarrà insediato nell’ospedale di Monfalcone. Il responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria Bassa friulana Isontina Gianni Cavallini ha detto di non avere segnali di uno spostamento di Monfalcone nel corso dell’incontro informativo sul Crua promosso dal Comune giovedì pomeriggio nella Biblioteca civica. «La Regione ha voluto riconoscere il danno che questo territorio ha subito e subisce - ha affermato Cavallini - e il suo diritto alla salute. La Regione ha stabilito che il Centro amianto sia a Monfalcone, che ha sempre difeso con forza questa scelta». Il responsabile del Dipartimento di prevenzione, in cui il Crua è incardinato, ha sottolineato innanzitutto il ruolo di riferimento regionale del servizio, cui spetta definire, in base alle evidenze scientifiche e assieme a tutte le Aas del Friuli Venezia Giulia, le azioni e i programmi relativi alla sorveglianza e alla cura delle malattie asbesto-correlate. Assieme a Comuni, patronati, associazioni il Crua si impegnerà invece nell'elaborazione di un piano regionale di informazione, mentre sul fronte della ricerca scientifica il rapporto è con l'Università di Trieste.

A livello locale il Crua, erede del lavoro di sorveglianza che a Monfalcone le strutture sanitarie hanno messo in campo fin dagli anni ’90, mette a disposizione un ambulatorio medico, un punto di ascolto, la produzione di materiale informativo. «Un ambulatorio sarà aperto anche a Palmanova entro l’estate, perché il problema è presente anche nella Bassa friulana», ha annunciato Cavallini. L’Azienda sanitaria pur alle prese con l’esigenza di raggiungere il pareggio di bilancio «a fronte di un deficit attuale di 19 milioni di euro», stando a quanto affermato da Cavallini non intende tagliare sulla prevenzione e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, quindi nemmeno sul Crua. «Abbiamo indetto un bando per l’assunzione di due medici del lavoro - ha spiegato -, ma si è presentato un solo candidato. Riapriremo però il bando a novembre».

Il Crua può contare però intanto su un organico di quattro persone compreso il direttore Paolo Barbina, occupandosi non solo di sorveglianza sanitaria, garantita nel giro di un mese, con l’invio eventuale ai medici specialistici e una presa in carico interdisciplinare, il rapporto con i medici di medicina generale, visite a domicilio, ma anche delle pratiche per l’esenzione dal pagamento dei ticket, l’iscrizione al Registro regionale esposti amianto, della segnalazione di malattia professionale. Nella prima metà dell’anno delle oltre 100 persone viste dall’ambulatorio di sorveglianza sanitaria 43 sono risultate con placche nei polmoni, 3 affette da asbestosi, 4 da mesotelioma della pleura e 7 da una neoplasia polmonare. «Abbiamo visto inoltre qualche caso di persone con un’età attorno ai 55 anni, quindi giovani», ha aggiunto il dottor Barbina.

«Credo che lo sforzo di arrivare a un centro di riferimento che agisse su più fronti - ha detto l’assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin - sia andato a segno. Bisogna partire da qui, dal mantenimento del servizio a Monfalcone per ragionare sul futuro». L’assessore ha sollevato il tema della prevenzione delle malattie professionali rispetto all'uso dei materiali che hanno sostituito l’amianto, ma anche quello della possibile dispersione di fibre del minerale nell'acqua. Su questo argomento l’assessore ha chiesto al Dipartimento di prevenzione la disponibilità a effettuare un approfondimento a settembre «in un’ottica di precauzione».

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