Marenordest punta i riflettori sulle microplastiche e le reti abbandonate in acqua: «Serve una nuova rotta»

Falleri: «È come se mangiassimo una carta di credito a settimana». Domenica ultima giornata di Mare Nordest con la Traversata delle 3 Nazioni

Roberta Mantini
Sub alle prese con le reti fantasma. Foto Andrea Lasorte
Sub alle prese con le reti fantasma. Foto Andrea Lasorte

Le reti abbandonate nel mare sono un problema che colpisce prevalentemente l’area a sud della Penisola, principalmente per la conformazione dei fondali.

In trent’anni di attività gli operatori subacquei di Marevivo sono riusciti a recuperarne 14 mila metri. A illustrare il tema è stato Massimiliano Falleri in occasione del convegno “Operazione reti fantasma”, sostenuto da Bat Italia e ospitato nel villaggio della 14esima edizione di Mare Nordest.

Il responsabile della Sezione subacquea di Marevivo ha raccontato il progetto Aldfg, dedicato al recupero di reti da pesca che, una volta abbandonate, minacciano gravemente l’ecosistema marino. Tra le cause ci sono i costi per lo smaltimento a fine vita di una rete e l’aver calato le reti in aree dove è interdetta la pesca.

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Supportato da alcuni video, Falleri ha raccontato l’attività del gruppo di subacquei di Marevivo. Una rete lasciata affondare «continua a pescare pesci che nessuno mangerà, viene colonizzata dalle alghe creando un vero e proprio tappeto e quindi soffocando tutto quello che c’è sotto, oltre a chiudere le tane ed essere un pericolo per la navigazione», ha detto Falleri.

Ma c’è anche un altro problema: «il pescatore una volta che ha incagliato la rete vuole per forza riportarla a casa e quindi comincia a tirare e strappa tutto, e se non riesce a tirarla su la abbandona», azione che oltre al danno dovuto all’abbandono porta anche quello dello sradicamento di quanto presente sul fondale. Un altro problema indicato dall’esperto è relativo ai materiali: «una volta le reti venivano fatte con materiale naturale, oggi sono fatte con materiali plastici, come ad esempio il nylon, che si sminuzzano nel tempo e poi diventano ovviamente quello che tutti conosciamo come microplastiche o nanoplastiche, che entrano nella catena alimentare».

L’esperto evidenzia come nano e microplastiche ormai siano ovunque: «in media ogni persona assume ogni settimana l’equivalente di una carta di credito».

Alla base degli abbandoni, Falleri indica: «smaltire una rete costa e questo è un problema. E allora che fanno i pescatori che devono dismettere le reti? Una volta le lasciavano sul pontile del porto e qualcuno poi aveva modo di dargli un contributo. Oggi non è più così quindi accade che le prendano, le portino fuori dal porto e le abbandonino trasformando il mare in una discarica». Parlando con i pescatori l’esperto ricorda: «Quello è il tuo posto di lavoro, l’ufficio, la scrivania li tratteresti così?».

Oltre alle reti Falleri ha acceso i riflettori sulle 115 tonnellate di pneumatici recuperati da Marevivo «abbandonati illegalmente sui fondali, sono rifiuti che restano in mare per centinaia di anni e sono molto pericolosi per gli animali marini che, entrando nella parte concavo, rischiano di rimanere intrappolati».

Domenica è l’ultimo giorno di Marenordest - Tutti i riflessi del Mare, una domenica dedicata allo sport con la Traversata delle tre Nazioni che partirà alle 7 da Punta Salvore e si concluderà alla Scala Reale. Nel villaggio continueranno le conferenze; nel pomeriggio un evento di simulazione delle unità cinofile Cani Salvataggio di Trieste. —

 

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