Mobilitazione per lo studente egiziano arrestato, i genitori di Regeni: via gli ambasciatori

Il legale di Zaky: rischia l’ergastolo. Il presidente del Parlamento Ue Sassoli chiede l’immediato rilascio
A view of a mural believed to be made by street artist Laika portraying Patrick George Zaky (L) wearing an inmate uniform and being embraced by Giulio Regeni (R) with the words 'This time everything will be fine' (top) and 'Freedom' (bottom) written in Arabic, on a wall surrounding Villa Ada, a few steps from the Embassy of Egypt, in Rome, Italy, 11 February 2020. Patrick George Zaky, is a 28-year-old Egyptian activist and human rights researcher at a university in Bologna, who has been reportedly detained and questioned upon his arrival at a Cairo airport on 07 February 2020. Giulio Regeni was an Italian student at the University of Cambridge who was reportedly abducted and tortured to death in Egypt on 25 January 2016, on the fifth anniversary of the Tahrir Square protests. He was found lifeless on 03 February on the outskirts of Cairo, in the vicinity of an Egyptian secret service prison. ANSA / FABIO FRUSTACI
A view of a mural believed to be made by street artist Laika portraying Patrick George Zaky (L) wearing an inmate uniform and being embraced by Giulio Regeni (R) with the words 'This time everything will be fine' (top) and 'Freedom' (bottom) written in Arabic, on a wall surrounding Villa Ada, a few steps from the Embassy of Egypt, in Rome, Italy, 11 February 2020. Patrick George Zaky, is a 28-year-old Egyptian activist and human rights researcher at a university in Bologna, who has been reportedly detained and questioned upon his arrival at a Cairo airport on 07 February 2020. Giulio Regeni was an Italian student at the University of Cambridge who was reportedly abducted and tortured to death in Egypt on 25 January 2016, on the fifth anniversary of the Tahrir Square protests. He was found lifeless on 03 February on the outskirts of Cairo, in the vicinity of an Egyptian secret service prison. ANSA / FABIO FRUSTACI
TRIESTE. Si muove anche l'Europa per Patrick George Zaky, lo studente egiziano di 27 anni da venerdì in stato di arresto, in carcere, in Egitto dove era tornato per una vacanza dal master che seguiva all'Università di Bologna. Il presidente del Parlamento Ue David Sassoli richiama i colleghi di Strasburgo sul caso, chiedendo l'immediato rilascio del ricercatore.
 
Intanto dalla capitale tedesca a Granada, Milano, Bologna, si moltiplicano le iniziative per non spegnere i riflettori su quello che si teme possa diventare un nuovo caso Regeni. Gli stessi genitori di Giulio del resto rompono il silenzio con parole nette. In una nota diffusa con l’avvocato Alessandro Ballerini, Claudio Regeni e Paola Deffendi chiedono alle «istituzioni italiane e europee», sperando che siano «ammonite dalla tragica vicenda di Giulio», di porre subito «in essere tutte quelle azioni concrete che non sono mai state esercitate per salvare la vita di Giulio o per pretendere verità sul suo omicidio».
 
E «se si vuole veramente salvare la vita di questo ragazzo occorre che i Paesi che si professano democratici abbiano la forza e la dignità di dichiarare l’Egitto Paese non sicuro e richiamare immediatamente i propri ambasciatori. Il resto sono solo prese in giro. Patrick, come Giulio, merita onestà e determinazione, non chiacchiere imbarazzanti e oltraggiose», riporta la nota.
 
Dicendosi vicini alla famiglia di Zaky, i Regeni e Ballerini sottolineano: «Noi sappiamo di cosa è capace la paranoica ferocia egiziana: sparizioni forzate, arresti arbitrari, torture, confessioni inverosimili estorte con la violenza, depistaggi, minacce. Il tutto con la complicità ipocrita di governi e istituzioni che non voglio rompere l’amicizia con questo paese». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in due interviste aveva assicurato massima attenzione da parte dell’ambasciata italiana al Cairo precisando che il «processo di conoscenza e di richiesta di giustizia» sull’omicidio Regeni «può essere portato avanti solo avendo un ambasciatore lì», e «lo stesso vale per l'aiuto che possiamo dare a Zaky».
 
A Strasburgo Sassoli ricorda «alle autorità egiziane che l'Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani e civili». Josep Borrell, l'Alto rappresentante Ue, solleverà la questione lunedì, al Consiglio europeo. L'Italia, di cui Zaky ha scelto la più antica università, Bologna, per coltivare i suoi studi sui diritti civili, batte un colpo. Ancora Di Maio conferma l'attivazione della Farnesina nella raccolta di informazioni. In una intervista oggi sulla Stampa, il sindaco di Bologna Virginio Merola chiede a Di Maio e al governo «una posizione più decisa, un’azione di concerto con l’Ue anche partendo dal discorso» di Sassoli.
 
Alla Camera il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D'Incà sottolinea l'urgenza del caso considerate le analogie con «la dolorosa e tragica vicenda di Regeni» e rimarca che il caso è «priorità» per il Governo italiano.
Ma dall'Egitto le preoccupazioni per Zaky sono ancora maggiori. Wael Ghaly, uno dei legali che lo assistono, sottolinea che le accuse rivoltegli sono peggiori di quelle per terrorismo: per il “rovesciamento del regime al potere” la pena prevista dall'ordinamento egiziano, ricorda il legale, è il carcere a vita.
 
Un'altra voce egiziana si leva per Patrick. Amr, amico dai tempi dell'Università al Cairo di Zaky, a Berlino da alcuni anni, si è speso subito con una petizione online che ha superato 50mila firme per chiedere la liberazione del ricercatore. E racconta di essere stato anche lui rapito dalle forze di sicurezza egiziane, nel 2015, e di essere stato interrogato per 35 ore. Senza subire elettroshock ma picchiato, bendato, legato, privato del sonno. Parole per cui Amr «sa che pagherà», temendo di essere «spiato dal regime» anche se vive all'estero. Ma decide di non tacere, perché ora «niente è più importante che coinvolgere le persone».
 
L'Egitto di Al-Sisi «fa paura», ma le forze di sicurezza hanno paura dei media: «Più occhi sono su Patrick e più al sicuro è in carcere». Con questo obiettivo la mobilitazione della comunità accademica e della società civile in tutta Europa cresce. Dopo Bologna e Granada altre manifestazioni in piazza sono in programma almeno a Berlino e Milano. Il rettore dell'Università di Bologna Francesco Ubertini chiede che Patrick torni presto al suo master, richiama l'Europa a una presa di coscienza e aderisce all'iniziativa degli studenti di un grande corteo a Bologna. Sarà organizzato prima del 22 febbraio, data in cui scadono i 15 giorni di custodia cautelare per Patrick. 

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