La sfida della caffettiera tra aromi e arte casalinga: è Mattia il re della moka
Al Coffee Festival la gara dedicata al metodo di preparazione più diffuso. Maculotti, milanese, batte tutti: «Un gusto ideale grazie alla preinfusione»

Ma la “cogoma” fa ancora parte dei nostri riti quotidiani? A confermare la passione per il profumo che si sprigiona mentre il caffè sale e la caffettiera borbotta sono i protagonisti del quarto Moka Contest e le loro storie.
Appassionati di questo gesto si sono sfidati tra macinatura, caffettiere e tecniche diverse. A vincere il contest è stato Mattia Maculotti, milanese affascinato dal caffè e dal mondo della moka, arrivato a Trieste appositamente per partecipare alla sfida che ha visto competere sei concorrenti.
La gara, sotto gli occhi attenti di Nicola Orzan (vincitore delle ultime due edizioni) e Paolo Zucca, e di un numeroso pubblico attratto dal profumo, è consistita nella preparazione del miglior caffè in un tempo limite di dieci minuti. Si poteva utilizzare il proprio caffè e la propria moka, oppure servirsi del materiale messo a disposizione dall’organizzazione.
Dopo l’estrazione dei nomi dalla bombetta di Alberto Polojac, ideatore del Trieste Coffee Festival e del contest, la scena è passata agli sfidanti. Il primo in gara è stato Maculotti, arrivato alla casetta in piazza Verdi con la sua “cogoma” personale: una moka da gara, un assemblaggio di materiali di prima qualità, dalla caldaia al filtro, dalla guarnizione al raccoglitore, provenienti da diversi produttori. Con sé aveva il suo macinino e i grani di una torrefazione milanese.
La sua passione per il caffè è recente: «Da due o tre anni – racconta –. Ho iniziato a scoprirlo al Milano Coffee Festival, a dicembre 2023, e poi ho continuato». Il vincitore ha spiegato alla premiazione di essere venuto appositamente a Trieste «perché mi piace sperimentare con la moka, cambiare sempre i vari parametri, vedere cosa succede. Mi piace come gara: ho partecipato anche a Milano alla Moka Challenge e ora ho provato qui a Trieste. Ho estratto il mio caffè con una preinfusione perché volevo far emergere tutte le note classiche della miscela: cioccolato fondente, nocciola, vaniglia e noce moscata». La preparazione del suo caffè ha richiesto precisione, ma la sfida con il cronometro non lo ha preoccupato: «Ero tranquillo, sapevo che dieci minuti sarebbero bastati».
Maculotti usa sempre la moka a casa: «Al mattino, il primo della giornata è con la moka; poi gli altri cambiano. Di solito lo faccio per me, poi a volte lo faccio assaggiare a mia madre».
Dopo di lui è stata la volta di Gabriella Ive, casalinga triestina, che ogni giorno “mette su” più caffettiere «ho voluto provare a mettermi in gioco» e si è classificata terza.
A fare un po’ di show ci ha pensato Davide Bencich, considerato il miglior bartender di Trieste. La sua performance è stata una calibrazione millimetrica; ha usato macinino e jigger, pur ammettendo che si tratta di strumenti «utilizzati solo per la sfida, a casa faccio normalmente».
La seconda donna in gara è Tatiana. Arriva dalla Russia ma vive a Conegliano: a Trieste di passaggio, si è incuriosita e si è iscritta. «Non ho mai usato una caffettiera in vita mia – ha confessato ridendo –, ho guardato cosa facevano gli altri e ho fatto lo stesso».
Chiudono la rosa Luca Gesù e Kevin, baristi nella vita, che hanno abbandonato per qualche ora i “gruppi” delle macchine espresso per proporre il loro caffè con la moka. Luca ha chiuso il contest al secondo posto: «Ogni mattina mi faccio la mia caffettiera e la propongo agli amici quando vengono a trovarmi».
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