Molestie e foto a una disabile grave a Trieste: condannato ex autista del pulmino
Un anno e 10 mesi a un uomo che guidava i veicoli di una cooperativa al servizio di una onlus

Palpeggiamenti e foto a una donna gravemente disabile. La Corte di Appello ha condannato a 1 anno e 10 mesi di reclusione il cinquantaduenne triestino Maurizio Richter, all’epoca dei fatti autista dei pulmini di una cooperativa che si occupa del trasporto delle persone con handicap. La sentenza ha confermato quella di primo grado, che era stata pronunciata a fine ottobre 2022 dal Tribunale in composizione collegiale presieduto dal giudice Giorgio Nicoli, a latere i giudici Camillo Poilucci e Luca Carboni.
La vicenda risale al 2018
Il caso contestato si riferisce al periodo immediatamente antecedente a gennaio 2018, quando l’imputato era dipendente della cooperativa Alma che svolgeva il servizio di trasporto con mezzi attrezzati per conto dell’associazione Cest onlus.
Il fascicolo era stato aperto dal pm Matteo Tripani: secondo l’accusa Richter aveva «abusato» delle condizioni di «inferiorità fisica e psichica» di un’utente del Cest. L’uomo l’aveva indotta «a subire atti sessuali», in particolare il palpeggiamento del seno. E aveva fotografato l’atto ritraendo la persona disabile parzialmente svestita.
La richiesta del Pm: 2 anni e 6 mesi
Sulla vicenda aveva indagato il pubblico ministero Tripani che, al termine del processo di primo grado, aveva chiesto una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione per l’imputato, difeso dall’avvocato Marcello Perna. La vittima, invece, nel corso dell’appello è stata difesa dall’avvocato Riccardo Cattarini.
Stando a quanto accertato, i fatti erano emersi su impulso dello stesso Richter: il 4 gennaio 2018 l’autista aveva inviato una mail alla Cest da un indirizzo che non riportava il suo nome, bensì quello di una collega, dove sosteneva di essere una famigliare della disabile molestata e dove incolpava la cooperativa. Ma tentando di infangare altri, alla fine si era auto denunciato.
L’autodenuncia
«Buongiorno – così si legge nel testo della mail, ndr – sono una parente di un vostro utente e sono venuta a conoscenza di comportamenti inqualificabili e passivi di denuncia penale da parte di operatori della cooperativa Alma nei confronti di utenti Cest quali molestie sessuali, comportamenti violenti e maneschi, ingiuriosi ecc. Allego alcune foto che girano nei gruppi Whatsapp all’interno della cooperativa Alma tra gli autisti. Le più gravi sono le foto relative alle molestie sessuali perpetrate nei confronti di ... (viene citato il nome della donna con disabilità ritratte nelle immagini e il centro da lei frequentato, ndr)».
Mail, foto e film sconcertanti
Ciò che segue nel resto della mail è sconcertante: si fa infatti riferimento a ulteriori foto di altri utenti con disabilità (sono elencati i nomi) ai quali, stando a quanto riportato nel testo, sarebbero stati commessi «atti e violenze sessuali». Si menzionano poi «innumerevoli filmati» con insulti, violenze fisiche e psicologiche. L’uomo, che appunto aveva usato un account di posta elettronica con il nome della collega, aveva allegato 29 immagini delle molestie.
Le indagini dei carabinieri
Il materiale era finito nella mani dei Carabinieri. Gli investigatori erano riusciti a ricostruire come era stata creato quell’indirizzo mail. In una perquisizione del 13 dicembre 2018 nell’abitazione di Richter i militari avevano sequestrato un cellulare e un pc. All’interno dei due dispositivi erano state scoperte le foto mandate con quell’account. Nel cellulare, inoltre, risultava configurato l’indirizzo di posta elettronica da cui erano state spedite le immagini, oltre l’invio stesso.
Contestazione disciplinare all’autista
Durante il procedimento un teste aveva raccontato che Richter in precedenza, nel 2017, si era reso protagonista «di comportamenti non adeguati nei confronti dei disabili che hanno portato a contestazione disciplinare». E che l’imputato «è stato ripreso perché scattava foto sia all’utenza sia a operatori, i quali si sono lamentati». Richter era stato licenziato dalla cooperativa proprio per questi suoi comportamenti. L’imputato è stato anche condannato a risarcire la vittima. L’avvocato Perna si riserva di leggere le motivazioni della sentenza per valutare il ricorso in Cassazione.
Riproduzione riservata © Il Piccolo