Monitoraggio dei prezzi L’Istat conferma: «Indagine a Trieste»

«Verifiche sulla disfunzione della qualità». Esatto: «Tutto in regola». Il caso in Consiglio
di Maddalena Rebecca
Questa mattina 84 città italiane comunicheranno l’indice dei prezzi al consumo relativo al proprio territorio. E lo faranno esattamente alla stessa ora, come previsto dalle rigorose disposizioni dell’Istat. Trieste, tuttavia, potrebbe non essere in grado di presentarsi puntuale a quest’appuntamento. Per la prima volta da anni, infatti, il dato che fotografa l’andamento dell’inflazione, elaborato sulla base delle rilevazioni effettuate non più da consulenti alle dirette dipendenze del Comune ma da operatori di Esatto spa, rischia di non uscire in tempo.


Una possibilità considerata altamente probabile, fino a ieri mattina, anche da diversi operatori dell’Ufficio regionale dell’Istituto nazionale di Statistica. «Difficilmente domani (oggi ndr) uscirà l’indice dei prezzi al consumo di Trieste, perchè sull’attività di rilevazione è attualmente in corso una verifica - hanno spiegato dalla sede di via Battisti -. Stiamo indagando sulla qualità dei dati raccolti. Dopo il cambiamento dell’attività di rilevazione e dei rilevatori stessi, è stata notata un’impennata nei prezzi rispetto al periodo precedente che, al momento, risulta ingiustificabile. L’indagine in corso serve proprio a far luce su questa disfunzione della qualità».


L’ISPEZIONE
. Un’indagine nella quale va inquadrato anche l’arrivo in città venerdì scorso di due dirigenti romani dell’Istat, tra cui il direttore centrale del Servizio statistiche sui prezzi e commercio estero Roberto Monducci. L’esito di quella visita in città, tuttavia, si potrà conoscere solo nei prossimi giorni. «Dell’ispezione di venerdì, al momento, non si può dire nulla - si è limitata far sapere la responsabile relazioni esterne dell’Istituto -. A rilevazione aperta, e a 24 ore dalla comunicazione degli indici dei prezzi al consumo, l’Istat non può rilasciare alcuna dichiarazione. Esistono infatti dei protocolli istituzionali precisi che vietano di fornire informazione statistiche che possano ripercuotersi sull’andamento del Paese». Di più Roma non dice, salvo precisare che «l’ispezione di venerdì ha preso in esame due aspetti: da un lato il cambio a livello di rilevazione, dall’altro il funzionamento stesso della rilevazione eseguita a Trieste».


LA REPLICA.
Indicazioni contestate però da Esatto spa e Comune che ieri hanno affidato la loro replica ad una nota congiunta. «L’Istat - precisa il testo firmato dalla direzione della società di piazza Sansovino - non ha inviato a Trieste alcun ispettore. La scorsa settimana si è invece svolta, presso il Municipio, una riunione operativa tra due dirigenti dell’Istituto di statistica giunti da Roma e alcuni pari ruolo del Comune di Trieste. L’incontro, peraltro programmato da tempo, aveva al proprio ordine del giorno, come dimostrato dalla documentazione ufficiale, la verifica della regolarità amministrativa dell’affidamento dell’incarico ad Esatto per il supporto della rilevazione comunale dei prezzi e non certo la correttezza del lavoro. In tale circostanza, l’affidamento è stato ritenuto legittimo, prova ne sia che la stessa Istat sta percorrendo una soluzione analoga per quanto concerne i propri rilevatori esterni». Quanto alle presunte irregolarità nel monitoraggio dei prezzi e nella raccolta dei dati, la spa respinge ogni accusa. «Nell’attività di rilevazione i dipendenti di Esatto sono quotidinamente controllati e seguiti dall’ufficio statistico competente. Dal controllo non è emersa alcuna criticità». Precisazione, quest’ultima, evidentemente non in linea con le indicazioni emerse dall’Ufficio regionale dell’Istat.


IN CONSIGLIO.
Al di là delle conseguenze operative e dei rischi che eventuali irregolarità nelle rilevazioni dell’ultimo mese potrebbero produrre sull’architettura complessiva del monitoraggio Istat (ne riferiamo nell’articolo a fianco ndr), sulla vicenda esiste poi anche una partita tutta politica, che riguarda la scelta dell’amministrazione comunale di affidare il servizio di monitoraggio dei prezzi ad Esatto, nonostante l’assemblea municipale. lo scorso luglio, avesse espresso parere diverso. A difesa della regolarità dell’operazione hanno parlato ieri l’assessore al Commercio Marina Vlach, che ha ribadito come il passaggio alla società di riscossione fosse inevitabile alla luce della recente normativa che modifica i requisiti richiesti ai rilevatori, e lo stesso Roberto Dipiazza. Il sindaco ha attaccato l’operato dei «vecchi» rilevatori comunali, i sei consulenti esterni che hanno rifiutato il trasferimento ad Esatto, sostenendo che tra loro c’era chi registrava i prezzi di negozi chiusi da cinque mesi. A detta del primo cittadino, quindi, il cambio di gestione non potrà che migliorare la qualità del lavoro.


IL COSTO.
Argomenti che approderanno questa mattina all’esame della Commissione trasparenza che, per prima, ha acceso i riflettori sulla delicata questione. Da chiarire, tra l’altro, restano ancora i termini economici dell’affidamento del servizio alla spa presieduta da Fabio Scoccimarro. Sulla carta infatti, fa notare più di qualche esponente dell’opposizione, l’operazione sembra non essere convenuta granchè alle casse comunali. La spesa per l’attività di rilevazione prezzi, fino al luglio scorso, era di 23 mila euro ogni sei mesi. Cifra sufficiente a garantire la retribuzione di tutti e sei i consulenti dell’Ufficio statistica. Ora invece per quello stesso servizio affidato ad Esatto esiste una previsione di spesa a carico del Comune di 35mila euro ogni semestre. Cifra massima, precisano dall’area Servizi informativi, che non per forza dovrà essere utilizzata per intero e nella quale ricadono inevitabilmente tutta una serie di nuovi costi di gestione. Tra questi la retribuzione di un coordinatore del progetto, scelto all’interno di Esatto, e il pagamento del consulente amministrativo che dovrà occuparsi di elaborare le buste paga dei rilevatori, compito prima adempiuto direttamente da dipendenti comunali.

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