Morì sul lavoro a Mariano Tre anni al proprietario

La tragedia nel 2007 all’Italsvenska. Il Tribunale ha inflitto al titolare del gruppo Crabo di Manzano una pena più pesante di quella chiesta dal pm
Bumbaca Gorizia 08/10/2008 Mariano, l'Italsvenska - Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia 08/10/2008 Mariano, l'Italsvenska - Foto di Roberto Coco

MARIANO

Il 23 gennaio del 2007 un operaio di 51 anni di San Lorenzo, Mario Lipovscek, morì schiacciato da un macchinario mentre effettuava le sue mansioni all’Italsvenska di Mariano. Stava operando per la bordatura dei pannelli truciolari. Lavorava in quell’azienda da otto anni.

Ieri, a quattro anni da quel terribile infortunio, il Tribunale di Gorizia (giudice monocratico Francesco Antoni) ha emesso la sua sentenza.

A giudizio, per omicidio colposo, erano il responsabile dello stabilimento Gianni Drius, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione Paolo Grossa, il capoturno Damiano Gallo, Fabio Maioli, della ditta di Rimini che aveva fornito il macchinario e il titolare del gruppo Crabo di Manzano (cui fa capo l’Italsvenska), Roberto Lovato.

A quest’ultimo è stata inflitta la condanna più pesante: l’imprenditore del gruppo manzanese (difeso dall’avvocato Luigi Genovese), tre anni di reclusione e l’interdizione temporanea da incarichi aziendali. Una condanna più severa di quanto richiesto dal pm. L’altro imputato condannato è Drius, anch’egli difeso dell’avvocato Genovese: un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Assoluzione con formula piena, invece, per gli altri tre imputati: Gallo, Maioli e Grossa, difesi rispettivamente dagli avvocati Alberto Tofful, Picaglia (del Foro di Bologna) e Coceanni (del Foro di Udine). Nel corso dell’udienza gli avvocati difensori di tutti i cinque imputati avevano chiesto l’assoluzione per i propri assistiti.

Quanto alle richieste del pm, Luigi Leghissa, il magistrato aveva sollecitato per Lovato una condanna a 2 anni e 6 mesi, per Drius e Maioli a un anno e mezzo. Tornando alla sentenza, quella per Paolo Grossa risulta la prima assoluzione con formula piena (per non aver commesso il fatto) pronunciata nel Friuli Venezia Giulia per un responsabile del servizio di prevenzione e protezione imputato in relazione a un incidente mortale sul lavoro.

Per quanto riguarda i due imputati condannati, l’avvocato Genovese non ha nascosto la propria sorpresa per una sentenza così pesante: come detto per Lovato i 3 anni inflitti dal giudice sono superiori ai 2 e mezzo chiesti dal pm: «Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma sono fiducioso che in sede di appello potremo far valere la nostra tesi difensiva. Del resto abbiamo sempre sottolineato come l’impegno per garantire un adeguato livello di sicurezza sia sempre stato considerato prioritario da parte dell’azienda». Si chiude così il primo atto giudiziario di un processo causato da infortunio mortale sul lavoro, uno dei più impressionanti degli ultimi anni nell’Isontino.

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