Morta dopo un’operazione Sotto inchiesta il medico

Era stato un intervento di routine - tecnicamente riuscito - per l’asportazione di alcuni polipi intestinali. Ma la ferita faticava a rimarginarsi. Poi un fortissimo mal di schiena. Il medico di base...
Era stato un intervento di routine - tecnicamente riuscito - per l’asportazione di alcuni polipi intestinali. Ma la ferita faticava a rimarginarsi. Poi un fortissimo mal di schiena. Il medico di base chiamato dalle figlie le aveva praticato un’iniezione di Muscoril. Insomma, nulla di grave. Claudia Steffè era morta qualche giorno dopo. Causa: una grave e devastante infezione. Che era partita proprio dalla ferita che faticava a rimarginarsi.


Il medico si chiama Vinicio Ambrosi, 66 anni. È assistito dall’avvocato Carmine Pullano. Per il pm Matteo Tripani ha omesso di approfondire le problematiche insorte all’anziana e quindi di procedere con le cure adeguate. L’accusa è di omicidio colposo.


Ma la vicenda è molto controversa. Perché il medico legale Fulvio Costantinides, il perito incaricato dal pm, ha concluso la sua relazione indicando che «non vi è certezza dello choc settico. E quindi non si può affermare che sussista il nesso causale tra il decesso e l’intervento chirurgico». Non solo. Per il perito «non sembra dunque emergere un’ipotesi di responsabilità colposa dell’indagato». La palla passa allora ai legali di parte civile, gli avvocati Marta Silano e Gianandrea Grava. «In caso di una richiesta di archiviazione da parte del pm, ci riserviamo di opporci», preannuncia Grava.


La vicenda porta la data dello scorso febbraio. Quando Claudia Steffè, 82 anni, era stata ricoverata all’ospedale di Cattinara per essere sottoposta appunto a un intervento di resezione di polipi multipli intestinali. Una patologia non grave che tuttavia provocava dolori lancinanti. Fin dal giorno successivo all’intervento, come emerge nel fascicolo delle indagini preliminari, la donna aveva manifestato ricorrenti episodi di vomito e diarrea. Ma dopo una breve convalescenza in ospedale era stata dimessa e le era stato prescritto un controllo alla ferita chirurgica tre volte alla settimana.


A casa però la situazione era peggiorata. La ferita non guariva e faticava come detto a rimarginarsi. Tuttavia - durante i controlli a Cattinara - nessuno dei sanitari aveva rilevato problemi sostenendo che si trattava di un normale decorso post operatorio. Ma dopo qualche giorno la situazione era peggiorata. Tant’è che era stato chiamato il 118. Ma i sanitari l’avevano invitata a mettersi in contatto con il medico di base. Lo stesso Ambrosi era intervenuto dopo qualche ora e aveva attribuito i dolori lamentati dall’anziana paziente a un mal di schiena. E per questo le aveva fatto un’iniezione di Muscoril.


Poi il peggioramento delle condizioni della donna. Il giorno seguente Claudia Steffè era stata ritrovata in stato confusionale riversa sulla poltrona. Era stata trasportata a Cattinara dove, dopo tre giorni di agonia, era morta per uno choc settico.
(c.b.)


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