Morto dopo l’operazione a Gorizia, assolti i medici chirurghi

Nel 2014 il decesso del goriziano Kerpan, 78 anni, sottoposto a tre interventi Citro, Canavelli e Stacul del San Giovanni di Dio rispondevano di omicidio colposo
Bumbaca Gorizia 06.04.2019 Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.04.2019 Ospedale © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. I chirurghi Ignazio Citro, Alberto Canavelli e Giuseppe Stacul, operanti all’ospedale San Giovanni di Dio, sono stati assolti in relazione alla morte del 78enne goriziano Giovanni Kerpan. L’uomo era deceduto il 2 febbraio 2014, due settimane dopo un intervento di resezione dell’intestino per un cancro al colon allo stato iniziale. A pronunciare la sentenza, al Tribunale di Gorizia, è stato il giudice monocratico Marcello Coppari: assoluzione perché il fatto non sussiste.

Si chiude in primo grado una lunga e complessa vicenda. I familiari, rappresentati dall’avvocato Daniele Compagnone, si sono costituiti parte civile al processo. A rappresentare Citro e Canavelli è stato l’avvocato Alberto Tarlao, mentre il professionista Stacul è stato difeso dall’avvocato Riccardo Cattarini. È stato un processo articolato, il giudice Coppari, a fronte dei pareri dei consulenti dell’accusa e della difesa, aveva ritenuto necessari ulteriori approfondimenti, con la nomina di un collegio peritale composto da tre esperti.

La Procura, con il pm Laura Collini, nell’ambito del reato di omicidio colposo, aveva contestato ai tre medici «negligenza, imprudenza e imperizia», non avendo tenuto conto, ai fini della scelta dell’intervento chirurgico, di una patologia preesistente sofferta dall’anziano, una grave stenosi carotidea, che era stata rilevata attraverso un ecodoppler il 31 gennaio 2013. Sempre il pm aveva contestato il fatto che i medici non avevano diagnosticato correttamente un’emorragia addominale intervenuta durante l’operazione, come pure nel decorso post-operatorio.

Il tutto, per l’accusa, provocando danni irreversibili che avevano portato il paziente alla morte. Kerpan il 17 gennaio 2014 era stato sottoposto all’intervento di resezione dell’intestino. In laparoscopia gli era stato asportato un piccolo tumore a livello della fessura splenica, senza metastasi, né interessamento dei linfonodi. Durante l’operazione, come aveva sostenuto l’accusa, era stata lesionata la milza. Il giorno successivo, il 18 gennaio, Kerpan era stato operato per l’asportazione della milza, al fine di arginare l’emorragia. L’anziano era stato sottoposto a un terzo intervento, per tentare di arginare un’emorragia cerebrale, risultata fatale.

Durante il processo accusa e difese si sono confrontate, producendo le rispettive perizie medico-legali, dall’esito opposto. Con il giudice a nominare il Collegio peritale. L’avvocato Alberto Tarlao ha osservato: «Dopo 5 anni, finalmente i dottori Citro e Canavelli hanno avuto giustizia, anche se a seguito di un lungo e tortuoso processo, nel quale le difese sono riuscite a smontare le tesi del consulente del pubblico ministero, grazie all’intervento dei consulenti di parte, dottori Melotti e Barisani, e del Collegio peritale nominato dal giudice che ha sostanzialmente recepito la tesi dei consulenti della difesa».

L’avvocato Cattarini ha da parte sua commentato: «Siamo molto soddisfatti. Un Tribunale come sempre molto attento, non ha condiviso l’impostazione accusatoria che derivava da un’indagine incompleta e che aveva lasciato grosse aree inesplorate. Ci hanno ascoltato, abbiamo portato ottimi consulenti e credo che l’assoluzione sia una soluzione corretta».

Dalla parte civile, la riflessione dell’avvocato Compagnone: «Avevamo già sollecitato l’assoluzione dei medici Citro e Canavelli, sulla base della perizia che era stata disposta dal giudice che aveva escluso ogni responsabilità. Nei confronti del dottor Stacul avevamo invece chiesto una sentenza di condanna». Il legale ha concluso osservando «la divergenza tra le conclusioni alle quali era giunta la perizia del pubblico rispetto a quelle del collegio peritale».


 

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