Morto in via Giulia, il rettore Di Lenarda: «Sempre disponibile all’ascolto. Era una delle nostre colonne»

TRIESTE A ripercorrere la vita e il lavoro del cinquantenne scomparso è anche il rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda. «Diego Cherin, nato il 23 dicembre 1970, era una delle colonne portanti della segreteria didattica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste – spiega – e in particolare curava tutta la parte amministrativa e logistica della didattica del Corso di studi in Architettura, sin dai primi passi dell’allora Facoltà di Architettura, era stato distaccato presso la segreteria didattica di Architettura nel 2002 e da allora era divenuto il riferimento competente, puntuale e affidabile di ogni docente e studente che abbia frequentato prima i locali della facoltà in via Sant’Anastasio a Trieste, poi presso la sede di piazzale Europa e infine a Gorizia».
Di Lenarda traccia anche un ritratto personale di Cherin, dal quale emerge una persona ben voluta da tutti, un uomo con tanti interessi e un impiegato stimato.«Diego – prosegue il rettore – viveva a Trieste ma era originario dell’Istria. La sua famiglia, la mamma, il fratello e i nipoti vivono a Rovigno, dove si recava a visitarli frequentemente e dove passava spesso le vacanze. Anche a Trieste aveva molti amici, grazie anche al suo carattere mite e disponibile a socializzare. Era un dotato scacchista, e aveva il titolo di Gran Maestro. Amava il buon cibo, andare in bicicletta alla scoperta di nuovi luoghi, e a Rovigno spesso si recava a pesca con il fratello. Diego era un grande lavoratore e tutti in ateneo ricordano, oltre la sua precisione e affidabilità, il grande spirito di collaborazione e anche sacrificio con cui si dedicava ai compiti di segreteria non solo per il Dipartimenti di Ingegneria e Architettura ma – sottolinea – quando ce ne fosse bisogno, anche per il resto dei servizi centrali, in particolare per l’ufficio che cura i reclutamenti del personale docente. Diego era sempre disponibile all’ascolto di tutti e aveva la capacità di risolvere i problemi trovando sempre la migliore delle soluzioni. Era un ottimo organizzatore e spesso queste qualità hanno giovato al positivo rapporto tra la sede decentrata del Corso di studi di Architettura a Gorizia e la sede centrale a Trieste. Aveva la responsabilità delle procedure e della logistica per i test di ammissione al corso di Architettura e tutti gli studenti lo conoscevano per la passione che metteva nel risolvere i loro problemi».
Un’opinione condivisa anche dalle persone che con Cherin lavoravano ogni giorno. «Ai colleghi, ai docenti, agli studenti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e che ne hanno apprezzato capacità, competenza e disponibilità, mancherà davvero molto. Il rettore e l’Università tutta – conclude Di Lenarda – sono affettuosamente vicini ai suoi cari per la tragica scomparsa». —
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