Mossa, dalla Romania a sostituire don Igino

MOSSA. Il 2014 è alle porte e a Mossa già si percepisce il cambiamento nell’aria. Ma questa volta non si sta parlando del nuovo anno, bensì di Don Ovidio. Dopo il trasferimento di inizio dicembre di Don Igino al Duomo di Gorizia, il nuovo arrivato sta facendo parlare di sé in tutto il paese. Anni di tradizione interrotti da un’unica ma grandissima novità; non è stato affatto facile per i mossesi accettare il distacco dal loro parroco tanto amato. «Entrare in Chiesa e non vederlo più è strano – racconta Maria, un’anziana che ogni giorno accende un cero per la sua famiglia – senza Don Igino sento che manca qualcosa». Sebbene le persone provino un vuoto per la perdita dell’anziano prete, Don Ovidio sembra essere già entrato nel cuore di tutti i mossesi. In effetti, è un ragazzo giovane, semplice; dopo aver lasciato la sua Romania, è giunto in Italia per costruire, con passione e umiltà, la sua enorme fede per il Signore. «Con i suoi gesti e le sue parole dimostra di essere sulla strada giusta. Nonostante la sua età non ancora matura, ha preso seriamente a cuore il suo incarico. Lo stimo molto», spiega Alessandro, un ragazzo non ancora trentenne. Dopo aver iniziato il suo percorso proprio assieme a Don Igino, il giovane, oltre all’impegno in parrocchia, sta ora ultimando gli studi ecclesiastici nella capitale. Ma il suo compito a Mossa sembra essere purtroppo solo momentaneo; infatti, a partire dall’Epifania il suo incarico giungerà al termine, proprio per tornare a Roma. Don Ovidio non si espone sull’argomento anche se ha affermato di trovarsi molto bene tra la gente del paese: «Cerco sempre di predicare in modo sincero e onesto. Mi piacerebbe che l’amore di Dio raggiungesse il cuore di ogni mio singolo compaesano». Insomma, nella perdita di tradizione a Mossa, Don Ovidio rappresenta l’esempio del vero uomo di Chiesa, una figura ormai persa nel tempo che sicuramente Papa Francesco approverebbe. E chissà che, completati gli studi, Don Ovidio non faccia ritorno nella comunità di Mossa.
Valentina Princic
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