Nasce “Trieste Lis”, la lega delle imprese sportive per salvaguardare il lavoro

“Trieste Lis”. In questo caso però non si parla della lingua dei segni come rappresenterebbe l’acronimo, un modo cioè di comunicare per la comunità dei sordomuti, che soprattutto negli ultimi dieci mesi siamo abituati spesso a vedere in tv, se non altro accompagnando i dpcm del premier italiano Giuseppe Conte.
La Lis in questione è invece la “Lega imprese sportive” che è nata proprio a seguito dei vari decreti del 2020 che hanno messo in ginocchio gli impianti sportivi. Con questa associazione si vuole principalmente avere una voce grossa da portare fino al governo di Palazzo Chigi per cercare di vedere tutelati gli interessi di chi lavora nell’ambito delle attività sportive. Lo scopo della Lis è infatti proprio quello di curare gli interessi economici, morali, sociali e professionali degli associati nei confronti di enti e/o soggetti istituzionali, sociali, politici individuali e collettivi, pubblici e privati con riguardo alle politiche di carattere generale. La Lega imprese sportive cura direttamente, o anche avvalendosi di strutture esterne la consulenza, la formazione, l’informazione e l’aggiornamento continuo professionale e generale degli associati e pone in essere ogni iniziativa necessaria, opportuna o utile per la promozione, lo sviluppo e la crescita della qualità ed efficienza aziendale e professionale.
La Lis assicura anche agli associati, collettivamente ed individualmente, assistenza e consulenza in materia di contratti di lavoro e relazioni sindacali, assistenza e consulenza in materia tecnico-legale, tecnico-fiscale, tecnico-amministrativa e contabile, tecnico-finanziaria, tecnico-sanitaria, commercio internazionale, nonché servizi di informazione e formazione su tutte le materie di interesse specifico.
L’associazione è a carattere nazionale, il presidente è Antonio Erario. «Lo sport è salute – dice il numero uno -, si rischia di avere dei danni successivi molto pesanti, bisogna trovare il giusto compromesso che ci consenta di riaprire gli impianti sportivi in sicurezza nel minor tempo possibile. Proporremo al ministero dello sport un protocollo che sia sostenibile».
Un altro nome importante della neonata Lega delle imprese sportive è quello dell’avvocato Giuseppe Calò che è il legale che coordina l’aspetto giuridico.
Per quanto riguarda Trieste il referente è il noto Lino Inciso, organizzatore tra l’altro del torneo Città di Trieste. «L’associazione è operativa al cento per cento – dice lo stesso Inciso, sorrentino naturalizzato triestino -, a giorni arriveranno le nomine con tutti i coordinatori provinciali di tutta Italia. A breve si metterà appunto il tutto e poi dopo l’Epifania contatteremo tutte le società dilettantistiche alla ricerca delle adesioni».
Una impresa da portare avanti in questo nuovo anno. «Fondamentale sarà essere in tanti perché così avremo una grossa voce da portare a chi di dovere per difendere i nostri diritti - aggiunge Inciso -. Bisogna cercare di riaprire prima possibile i vari impianti, ovviamente con intelligenza e prudenza». L’obiettivo è tutelare prima di tutto il lavoro. «Dietro a queste strutture - conclude Inciso - c’è infatti un’infinità di persone che lavorano e che non possono permettersi di restare ancora a lungo senza un impiego». —
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