Naufragio simulato a Grado Moto d’acqua per i soccorsi

GRADO. Ore 11.30 parte l’allarme: cinque persone sono disperse in mare, in seguito al rovesciamento del gommone dove si trovavano a bordo, al largo, a circa 400 metri di distanza dalla spiaggia. E lo spazio acqueo davanti al litorale principale della Git di Grado, è diventato “palcoscenico” della mobilitazione delle forze del soccorso e dell’ordine. Quella di ieri mattina, caratterizzata dal mare ingrossato, sferzato dalle raffiche di libeccio, è stata un’esercitazione multiagenzia, che ha coinvolto almeno una quarantina di persone. L’operazione-naufraghi, preceduta a partire dalle 9, da un workshop dedicato alla sicurezza in acqua, nel senso più generale del termine, considerando i diversi scenari di mare, fiume e laghi, è stata organizzata dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Gorizia. L’esercitazione è stata coordinata dalla Capitaneria di porto di Grado, competente per l’intervento in questione.
Il tutto con la collaborazione della Git, che ha messo a disposizione anche la “location” sede del workshop, e la Camera di commercio di Gorizia.
È stata una vera e propria prova sul campo di tutti i Corpi e unità preposte alla sicurezza in mare. Tra gli aspetti più significativi, l’intervento delle moto d’acqua a idropropulsione, adeguate per spingersi a ridosso dei bassi fondali, garantendo il trasporto diretto dei feriti sulla spiaggia. Ieri in azione erano due acqua-scooter, in dotazione ai Vigili del fuoco di Trieste e di Gorizia.
Tutto pronto, dunque, sotto la regia della Capitaneria di porto, per il lancio dell’Sos. Ma poco prima dell’avvio dell’esercitazione, è sopraggiunto un allarme reale: da Pordenone è stata segnalata la presenza di una vettura finita in un laghetto, con una donna e il suo bambino rimasti imprigionati all’interno dell’abitacolo. E i cinque sommozzatori dei Vigili del fuoco di Trieste hanno dovuto ricaricare in fretta e furia tutto il materiale in esposizione dimostrativa per raggiungere il luogo dell’incidente. Si è provveduto alla sostituzione con altri vigili del fuoco addestrati per il soccorso acquatico. Il “via” all’esercitazione è partito dalla Capitaneria che ha richiamato le diverse entità del soccorso, mentre al largo, a 400 metri dalla spiaggia, il gommone dei naufraghi, in dotazione del vigili del fuoco, galleggiava capovolto. Scatta la mobilitazione e, scanditi dalle sequenze senza soluzione di continuità, tutti i mezzi hanno raggiunto le proprie postazioni, “tarate” sulla specificità dell’intervento e la capacità di pescaggio. In campo un gommone e una motovedetta a idrogetto di Circomare Grado, un battello dei Vigili del fuoco della provincia di Gorizia, la motovedetta dei Carabinieri, del Comando provinciale e le moto d’acqua. A terra gli operatori sanitari del 118 con due ambulanze in sosta sul lungomare, erano pronti a prendersi carico dei feriti.
È stato un gioco di squadra calibrato e pianificato nei minimi dettagli. Il primo naufrago è stato portato in salvo dagli uomini della Capitaneria a bordo della propria motovedetta, nella postazione più lontana rispetto alla riva. Il secondo naufrago, “rintracciato” a una cinquantina di metri dalla spiaggia, ha trovato soccorso dai carabinieri, portato a bordo della loro motovedetta, di pescaggio inferiore. Quindi è stata la volta del terzo naufrago recuperato dai vigili del fuoco con il loro gommone, al largo per circa 300 metri dal litorale. Ci hanno invece pensato i vigili del fuoco alla guida delle moto d’acqua a recuperare gli altri due naufraghi finiti a ridosso dei bassi fondali. I due sono stati “spiaggiati” e consegnati ad altro personale dei vigili del fuoco che li ha quindi affidati agli operatori del 118, in attesa con le ambulanze sul lungomare. Il primo ferito era cosciente, in stato di ipotermia, mentre per il secondo, in stato di incoscienza, i sanitari hanno dovuto praticare la rianimazione cardiopolmonare per “strapparlo” dall’arresto cardiaco, prima del trasferimento all’ospedale. L’intera operazione è durata una mezz’ora. Soccorso andato a buon fine, ogni tassello ha composto il mosaico del salvataggio riuscito, non senza la soddisfazione di tutte le persone coinvolte, i coordinatori, nonchè i comandanti e responsabili dei diversi Corpi e entità che hanno seguito l’operazione.
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