Negato il fermo della pesca nella contesa Fossa di Pomo

Il premier croato Milanovi„ boccia la proposta e si scatenano le polemiche La zona è poco frequentata dai pescherecci locali, molto da quelli italiani
Di Andrea Marsanich

FIUME. Il Pomo della discordia. L’omonimo isolotto adriatico, sotto giurisdizione croata, è diventato motivo di frizione tra il governo di centrosinistra del premier Milanovi„, da una parte, i pescatori professionisti e i biologi marini, dall’altra. Questi ultimi si sono rivolti all’esecutivo, chiedendo che la Fossa di Pomo, principale area di riproduzione in Adriatico di numerose specie ittiche, sia tutelata con un fermo biologico la cui durata sarebbe da stabilire. Una richiesta, sostengono, che si basa sulla constatazione come l’area sia sottoposta ad uno sfruttamento indiscriminato, compiuto da almeno 600 pescherecci d’altura italiani, mentre invece a Pomo le imbarcazioni croate appaiono di rado per la crisi che ha colpito la categoria e per l’alto costo del carburante. Si propone per la Fossa la proclamazione dello Spami (Specially Protected Areas of Mediterranean Importance), area in regime di tutela e d’interesse per il Mediterraneo. Si ricorda in questo senso che le Spami mediterranee sono 25, di cui 7 istituite dall’Italia. Una di esse riguarda l’area del castello di Miramare, a Trieste. La risposta del primo ministro croato non si è fatta attendere a lungo, con Milanovic„ che ha bocciato la proposta del fermopesca nelle acque di Pomo. «È una misura che sarebbe contraria agli interessi dei pescatori professionisti croati – così Milanovi„ – parliamo di una zona ancora sufficientemente ricca e d’importanza straordinaria per il settore. Il divieto accentuerebbe le attività alieutiche in altre aree adriatiche, di minor abbondanza, per una pressione che potrebbe avere conseguenze molto pesanti». Dalla parte del premier si è schierato Dusan Prelevi„, presidente della Sezione pesca della Regione di Sebenico: «Ogniqualvolta cessa il fermo biologico in un dato braccio di mare – spiega – l’area viene raggiunta da 150 e più strascicanti e l’effetto positivo del ripopolamento svanisce in un giorno o due». Secondo il pescatore professionista Branko Markov di Murter, la soluzione migliore potrebbe essere rappresentata dalla proclamazione della Zona di tutela ittico–ecologica, che risponderebbe a quelle che sono le esigenze dei pescatori croati e delle risorse ittiche. A criticare Milanovi„, oltre a numerosi pescatori, è Alen Soldo, docente dell’Ateneo di Spalato ed esperto in materia: «Anche il sottoscritto è a favore della Spami attorno a Pomo. Quanto scritto da Milanovi„ è sorprendente poiché rivela che non conosce l’argomento e conferma che la risposta gli è stata scritta da qualche burocrate ministeriale. Deve sapere che nella Fossa di Pomo, che si trova nella nostra fascia economica, i pescatori croati sono rari come le mosche bianche e dunque un eventuale fermopesca non provocherebbe squilibri».

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