Neil e Claudia legati dallo sbarco sulla Luna
La staranzanese nata la stessa notte dell’impresa, 48 anni fa, ricevette dalla Nasa una lettera firmata da Armstrong

STARANZANO. «È un ricordo che fa parte della storia della mia vita. Quando tutto il mondo parlava di lui, nella sua semplicità si è ricordato di me. Pensare di essere nata la stessa notte in cui per la prima volta l’uomo metteva il piede sulla luna, fa un certo effetto». Parla Claudia Mion, staranzanese, nata 48 anni fa, nella storica notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969, proprio nel momento in cui l’astronauta americano Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11 toccava il suolo lunare assieme a Buzz Aldrin a bordo del modulo lunare Eagle. Il terzo membro della missione, Michael Collins, rimase in orbita, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti a casa. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nel Pacifico. Una volta a terra, informato della nascita della bimba, Armstrong aveva voluto mandare gli auguri alla neonata. Nel soggiorno di famiglia, infatti, risalta la fotografia con dedica dell’astronauta, arrivata dopo che Cape Canaveral aveva richiesto anche il certificato di nascita per controllare se tutto corrispondesse a verità. Una testimonianza importante nell’album dei ricordi della sua vita, la sua famiglia e le due figlie Chiara ed Elena. «L’idea era stata di mio nonno – racconta Claudia Mion – che si aveva cercato a cercare il modo di comunicare il lieto evento all’astronauta mandando una lettera alla Nasa proprio nei giorni della grande impresa spaziale. Dopo qualche tempo la sorpresa della risposta. Nessuno in famiglia se lo sarebbe mai aspettato». Il legame epistolare che ha unito Armstrong alla staranzanese è durato diversi anni, ma non si è mai riuscito a concretizzare con un incontro, nonostante alcune presenze dell’astronauta invitato in Italia sia a convegni che a trasmissioni televisive. «Il mio rammarico è di non essere mai riuscita ad incontrare – continua Claudia Mion – perché l’invio delle lettere era continuato con una corrispondenza costante, specie in occasione delle ricorrenze più importanti. Era venuto a Roma in un convegno, ma anche a casa nostra nel 1994 con una delegazione americana per fare visita alla Eaton in via Bagni. Un vero peccato non averlo saputo prima. Successivamente non mi è stato possibile rintracciarlo in alcun modo. Poi quando ho saputo della sua morte nel 2012 ho pianto e sono stata malissimo. Volevo comunicare il mio dolore alla sua famiglia, ma non è stato possibile perché la nostra corrispondenza delle lettere avveniva solo tramite Nasa. Dopo che aveva lasciato l’ente spaziale non è stato più possibile rintracciarlo. Resta un carissimo ricordo». La breve presenza di Armstrong a Monfalcone non era passata inosservata e venne immortalata con un’immagine strappata da lontano dall’allora fotografo del Piccolo, il celebre Pino Raspar, ora in pensione, che ha scritto con le foto pagine storiche della città e lasciando la pesante eredità alla figlia Giuliana. Nonostante sia passato tanto tempo Pino ricorda quei momenti molto particolari. «Dopo che era arrivato alla Eaton – afferma – il signor Armstrong non voleva essere fotografato assolutamente. Ho notato che si girava ogni volta che mi vedeva puntare la macchina fotografica ed è stato molto difficile scattare la foto. In pratica è stata una foto rubata con il teleobiettivo non perfetta, ma che testimoniava la sua presenza in città. Armstrong si era mostrato, infatti, molto schivo, nonostante il suo volto fosse noto in tutto il mondo e anche…sulla Luna».
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