Nel sottopasso-trappola di Ronchi dove le auto finiscono ammollo

TRIESTE Perché gli automobilisti, in barba ad ogni divieto di transito, restano intrappolati nel sottopasso pieno d’acqua di via Pietro Micca a Ronchi? Due i casi solo negli ultimi giorni. Abbiamo verificato come può accadere che l’automobilista finisca a mollo dopo aver eluso la segnaletica. L’acqua nel sottopasso non è il residuo delle piogge bensì la conseguenza dell'innalzamento perenne delle falde che si gonfiano e, in quel punto, scorrono a pochi metri dal suolo.
SCENARIO A. Arriviamo da via San Pietro ed ecco che, immediatamente, ci troviamo di fronte a una serie di transenne. Le prime all'imbocco. Altre più sotto, con un piccolo spazio che serve, sopratutto, per i residenti e per il passaggio di eventuali mezzi di soccorso. Ma ci sono anche il semaforo rosso e le sbarre abbassate. Se tentiamo di passare, nonostante tutti questi sbarramenti, ci troviamo dinnanzi ad un vero e proprio lago che ha una profondità anche di 70-80 centimetri. Si trova proprio in fondo al sottopasso, prima della diramazione della viabilità che, da un lato, porta all'ipermercato Bennet ed all'hotel Major, mentre, dall'altro, permette di sbucare proprio dinnanzi al centro commerciale oggi denominato Nordest Small.
SCENARIO B. Anche i due accessi su quei lati sono bloccati. Ma, a dir il vero, ci troviamo un po' disorientati, all'accesso da via San Pietro, perchè non ci sono indicazioni che ci facciano capire quale sia la strada che ci permette di arrivare alla meta. Va ricordato, il sottopasso di via Micca si sviluppa sotto il casello autostradale.
Alla guida della nostra vettura e, come detto, cercando di farla franca, forse non abbiamo la percezione di quanto fonda sia l'acqua e, nel caso dei due sventurati che, nei giorni scorsi, hanno dovuto ricorrere persino al reparto sommozzatori dei vigili del fuoco, solo quando ci troviamo in mezzo capiamo in che guaio ci siamo cacciati. E quel che notiamo che l'acqua è limpida, nonostante il fango che via via si forma l'ha un po' ingiallita. In tempi normali, ovvero quando le falde non si alzano così copiosamente come avviene oggi, sono centinaia le vetture che percorrono il sottopasso nei due versi. Specie da chi arriva da San Pier d'Isonzo opta per questa opportunità. La situazione è ancora lungi dal tornare alla normalità. Bisogna aspettare e, per il momento, rispettare i divieti.
LA STORIA. Dicembre 2008. Due anni dopo la posa della prima pietra, veniva inaugurato il centro commerciale Sorelle Ramonda. Erano almeno vent’anni che l’azienda pensava di approdare a Ronchi. Alla fine del 2005 si è arrivati alla concessione edilizia, poi nell’ottobre del 2006 all’avvio dei lavori. Non solo un parco commerciale su un'area di qualcosa come 60 mila metri quadrati, ma anche un sistema di viabilità, poi completato alcuni anni dopo, tale da permettere un più facile ed agile accesso. Il colosso veneto aveva investito 25 milioni di euro, 3 milioni dei quali per la viabilità. Investimenti che sono proseguiti nel tempo, 600 mila euro solo per le due recenti rotatorie poi passate nelle mani pubbliche. Tra queste opere proprio il famigerato sottopasso. Una struttura al centro dell'attenzione, anche nelle ultime settimane, perchè perennemente invasa dall'acqua e, quindi, inutilizzabile. Con il prossimo passaggio della competenza sul sottopasso al Comune di Ronchi si spera che siano sostituite le pompe idrovore e che il problema sia definitivamente risolto. —
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