Nell’Ottagono di piazza duomo le tracce di una città scomparsa

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Troppo scarsa pare l’importanza data a quanto ritrovato alla destra del Duomo, dove sono apparse le fondamenta di un manufatto ottagonale, danneggiate in diverse parti dagli scavi effettuati negli anni per la realizzazione di reti tecnologiche. Un ottagono, del quale non è chiara la funzione, con alcuni scalini che scendono verso parti ancora inesplorate.
Dal punto di vista architettonico la struttura poligonale è una semplificazione costruttiva della pianta circolare, per la maggiore semplicità realizzativa dei muri diritti rispetto quelli curvi. In epoca paleocristiana erano a pianta centrale i battisteri, i mausolei e i martyria, i santuari dedicati ai martiri. Sia circolari quanto poligonali affinché dal deambulatorio i fedeli potessero avere piena vista dell’oggetto di venerazione, fonte battesimale, sarcofago o luogo santo al centro della costruzione.
Ottagonale è l’interno del battistero di Aquileia della fine del IV secolo, con all’interno l’esagono del fonte battesimale di epoca posteriore in sostituzione dell’originale a otto lati; ottagonale il battistero di Grado del VI secolo sempre con vasca esagonale; ottagonale il battistero di Udine al quale venne sovrapposta la torre campanaria del Duomo; ancora ottagonale ad Aquileia il martyrium dedicato a Sant’Ilario e costruito occupando l’intero cardo massimo della città verso la fine del IV secolo, oggi non più esistente ma descritto e disegnato da Giandomenico Bertoli nel 1739, simile nelle sue forme al battistero ambrosiano di Milano.
L’edificio ottagonale è presente nella “Pianta di Goritia” disegnata nel 1583 dall’architetto militare di nomina imperiale Giuseppe Vintana, che a Gorizia tra i vari lavori ebbe a costruire nel 1572 anche la Casa del Comune all’inizio di riva Castello.
Il duomo di Gorizia che oggi vediamo nelle fattezze della ricostruzione del 1924 su progetto di Emilio Karaman e consulenza di Max Fabiani, ma che è nato dall’aggregazione di diverse cappelle costruite in diverse epoche, è dedicato ai Santi Ilario e Taziano le cui reliquie custodite nel martyrium di Aquileia vennero trasportate a Grado assieme al tesoro della Chiesa nel 568, con la fuga del patriarca Paolino I dall’invasione dei longobardi di re Alboino. Nulla di strano quindi nella forma ottagonale di quello che potrebbe benissimo essere un battistero, del quale forse qualche elemento organico rimasto potrebbe fornirne la datazione del radiocarbonio. Nulla di strano anche che il casuale rinvenimento, come spesso succede, una volta completate le indagini archeologiche, possa rimanere in vista, come in tante città è successo. —
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