Nicoli: «Incrocio maledetto anche Staranzano paghi»

STARANZANO. Giuseppe Nicoli, vicesindaco di Monfalcone, batte sul tempo le amministrazioni vicine, da cui finora non è pervenuto il benché minimo brandello di risposta nonostante le pressioni dei cittadini, e dice la sua sull’incrocio “maledetto”. Consapevole che, se ci scapperà di nuovo l’incidente grave o, peggio ancora, il morto, qualcuno prima o poi chiederà conto delle responsabilità politiche - pregresse e attuali - su quella disgraziata area al confine tra tre municipalità. All’intersezione della Sp11 con le vie Dobbia e 24 maggio, infatti, i sinistri sono quasi una routine. E a nulla è finora servita la petizione popolare che ha raccolto oltre 400 firme: sulla fatidica rotatoria ancora tutto tace.
A spezzare il silenzio, così, interviene la città dei cantieri, che ripercorre brevemente l’antefatto, mettendo in luce gli ostacoli da superare per cantierare l’opera lungamente accarezzata, primo fra tutti il dialogo tra enti. «Nel 2014 era stato siglato un protocollo tra le tre amministrazioni investite della questione, cioè Monfalcone, Staranzano e Ronchi - esordisce Nicoli -: di concerto con la Provincia i tre sindaci avevano messo nero su bianco la loro posizione favorevole alla rotatoria. E allora erano partiti i primi studi progettuali». Da lì, pare, non ci si è mossi visto che di rotonde nemmeno l’ombra. Si confidava che la Sp11 alla dismissione degli enti provinciali ricadesse sotto la competenza dei Comuni, «invece è accaduto che del tratto si occupa la Regione attraverso Fvg Strade, cui è delegata anche la manutenzione», sottolinea Nicoli. «E staremo a vedere cosa accadrà...», aggiunge sibillino. «Come consigliere comunale, all’epoca, mi opposi - ricorda oggi il vicesindaco di Monfalcone - chiedendo la cessione dell’arteria alle municipalità, ma ahimè l’istanza fu bocciata. Nel frattempo Gherghetta ha chiuso il mandato senza realizzare l’opera e ora ci troviamo con questa situazione da gestire».
In primis Nicoli intende chiedere a Fvg Strade come vuole risolvere la criticità. Ma alcune domande se l’è già poste andando a verificare gli studi fin qui elaborati. «Ai cittadini mi sento di dire questo - sostiene -: purtroppo non si tratterà di una passeggiata. L’intervento della rotatoria, che molti ritengono banale, in realtà non lo è, perché non basta creare un tondo e farci circolare sopra le auto. C’è una rete di sottoservizi da sistemare nel momento in cui si va a intervenire per realizzare l’opera. Dobbiamo verificare come allacciare l’illuminazione, vedere se ci sono collegamenti fognari da eseguire e via discorrendo». «E non ce la caveremo - aggiunge Nicoli - con 20mila euro, ma ce ne vorranno oltre 200mila, stando alle stime buttate giù dagli uffici». «E siccome noi di Monfalcone siamo molto rispettosi degli esiti referendari sulla Città comunale - rimarca - capiamo bene che non potrà essere la nostra sola municipalità ad accollarsi tutte le spese, ma ognuno dovrà ottemperare alla propria parte». «Nel rispetto del voto popolare», rincara la dose.
Un progetto di rotatoria in realtà esiste già e fu elaborato dall’allora assessore ai Lavori pubblici Fabio Gon. «Ma a me non piace - precisa Nicoli - perchè prevedeva una forma elittica che, a quanto riferitomi dagli esperti, in quel sito non può risultare funzionale alla circolazione sull’incrocio». La proposta era stata abbozzata nel “vecchio” piano urbano della mobilità sostenibile iniziato dall’ex giunta Altran. «Con gli uffici sto rivedendo quel progetto - conclude - ma prima voglio sentire che idee hanno, in merito, Staranzano e Ronchi: ci sarà un incontro». Intanto la temporanea modifica da parte della giunta Marchesan alla circolazione, con l’introduzione di un senso unico nel primo tratto di via Dobbia e deviazione su via Faidutti non ha sortito l’effetto sperato, anzi ha peggiorato la situazione: talvolta i conducenti sono sorpresi a percorrono la strada contromano.
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