Niente treni all’Autoporto Braccio di ferro con Rfi

Ancora inattivo, all'Autoporto di Fernetti, il collegamento ferroviario che consentirebbe alla struttura di entrare nella rete nazionale e internazionale, ma soprattutto di essere a disposizione del Porto di Trieste. Dopo un anno e mezzo dalla sua inaugurazione infatti non si è ancora trovato l'accordo sulle tariffe con Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato che gestisce le infrastrutture, anche se la prossima settimana dovrebbe essere cruciale per decidere sul da farsi.
Era il 17 novembre del 2010 quando un primo convoglio veniva fatto transitare sulle poche centinaia di metri di strada ferrata che separano l'Autoporto dal resto del mondo. Poi più nulla. Poche centinaia di metri, si diceva, ma di vitale importanza perché con quel collegamento si attua la funzione retroportuale dell'area carsica, con la possibilità di dare vita a treni blocco diretti verso l'Europa dell'Est, così come a un possibile servizio ro-la (camion su treno) verso il Veneto, area da cui collegarsi sulla direttrice della Germania. Insomma, una vera rivoluzione potenziale per la Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa, reduce da un consiglio di amministrazione che giovedì scorso aveva all'ordine del giorno proprio l'argomento ferrovia.
Oggetto del contendere la “tassa di raccordo” che Rfi intenderebbe applicare per il servizio. La società delle Ferrovie dello Stato considera l'area di competenza dell'Autoporto superiore ai 50mila metri quadrati e per questo chiede 150mila euro l'anno, che poi si abbasserebbero in funzione dell'aumento del numero di treni.
Secondo Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa, invece, l'area da prendere in considerazione sarebbe decisamente inferiore, tanto da far scattare la tariffa dei 50mila euro l'anno, peraltro l'unica sostenibile soprattutto in una fase di avviamento del servizio. Sulla seconda ipotesi, che tiene in considerazione solo l'area ferroviaria del terminal, erano d'accordo anche i responsabili di Rfi a Trieste, ma poi la sede centrale di Roma è intervenuta a bloccare tutto.
In questi giorni la questione – assieme ai tanti temi cruciali che riguardano i collegamenti ferroviari del territorio – dovrebbe essere discussa nell'ambito di un incontro tra l'assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Riccardi, e i rappresentanti di Rfi. Nel frattempo si spera comunque di raggiungere, seppur con forte ritardo, un accordo soddisfacente.
«Il rapporto con Rfi è corretto e quindi speriamo che la situazione si sblocchi – commenta diplomaticamente il presidente di Terminal intermodale di Trieste-Fernetti spa, Giorgio Maranzana - . Tuttavia è possibile che a breve venga convocato d'urgenza un altro consiglio d'amministrazione per decidere il da farsi».
I lavori per il collegamento ferroviario, costati un milione di euro, erano stati finanziati dalla Regione e avevano eliminato una serie di complicati passaggi che comportavano un tempo eccessivo (poco meno di un'ora) per raggiungere la Stazione di Opicina, rendendo il tragitto poco concorrenziale.
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