Non era un passeur, da Cuba con il suo amore

Un uomo di 59 anni era accusato di favorire l’ immigrazione clandestina. Assolto, era il suo fidanzato

Nessun favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, solo una fuga d’amore. Da Cuba a Trieste. Il giudice Enzo Truncellito ha assolto un triestino di 59 anni, D.L., le sue iniziali che, colpito dalla freccia di Cupido, aveva fatto arrivare clandestinamente il suo fidanzato V.B., ora trentenne, da Cuba.

L’anno scorso nel breve tempo di una vacanza esotica l'uomo si era lasciato travolgere dalla passione per il giovane. Una passione che aveva finito però con il mettere il triestino nei guai . A causa della solerzia di un agente dell'ufficio stranieri della Questura, L.D. si era trovato infatti accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina del suo giovane amico. A difenderlo è stato l'avvocato Eleonora Sponza.

La singolare vicenda cominciata a Cuba era poi continuata all'aeroporto di Budapest, dove il triestino qualche settimana dopo la vacanza nell'isola caraibica era andato a prendere l'amico cubano in fuga. Da lì poi i due sono arrivati a Trieste, per iniziare una nuova vita. Dopo qualche giorno, a Trieste, si sono presentati in Questura. Lo scopo era quello di chiedere e ottenere la protezione politica in modo che il giovane cubano avesse lo status di rifugiato. Ma proprio qui sono iniziati i guai. Perché il poliziotto dell'ufficio stranieri si è incuriosito per il comportamento strano e nervoso dei due uomini. Tant’è che - dopo una discussione - l'agente ha preso il cellulare del triestino. Lo ha aperto e consultandone la memoria ha trovato nella “galleria” immagini della coppia di innamorati. Quelle immagini - secondo il pm Pietro Montrone, il magistrato titolare del fascicolo - avevano rappresentato la prova regina dell'attività di “passeur” del triestino.

Nell’udienza il fidanzato - che era giunto a Trieste nello scorso settembre - si è presentato come testimone assistito in quanto imputato in un procedimento connesso. Si è avvalso, come suo diritto, della facoltà di non rispondere, riferendosi forse al filosofo Blaise Pascal: «Nell’amore un silenzio val più di un discorso». Da qui la decisione del giudice Truncellito: Che ha assolto D.L., l’amico triestino. Andandosene via ha sussurrato: «L’amore vince sempre». (c.b.)

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